Elle Fanning, una stella raggiante al Giffoni Film Festival
Bella, giovane e brava. Il nostro incontro con Elle Fanning al Giffoni Film Festival
Poco più che ventenne, alle spalle ha una filmografia di oltre sessanta film ed è stata giurata al 72esimo Festival del Cinema di Cannes, Elle Fanning è tra le attrici più promettenti del decennio. Ospite al Giffoni Film Festival per ritirare l’Experience Awards, ha presentato in anteprima l’esordio alla regia di Max Minghella, Teen Spirit. A un passo dal sogno, al cinema dal 29 Agosto con Notorius. L’abbiamo incontrata e abbiamo parlato del suo nuovo progetto, della sua carriera, della passione per il canto e dei ricordi da bambina.
Dolce, gentile ma anche molto spigliata. Elle Fanning è una giovane e promettente attrice, che alle sue spalle vanta già di una carriera solida spalleggiata dai migliori registi. Per fare qualche nome? Sofia Coppola, J.J. Abrams, Nicolas Winding Refn, David Fincher e, prossimamente, sarà la protagonista anche del nuovo film di Woody Allen, Un giorno di pioggia a New York.
Nella sua giovane carriera, Elle Fanning ha toccato differenti ruoli, dalla complicata storia di un ragazzo transessuale a quella incantata de la Bella Addormentata nel Bosco. Proprio questo autunno, infatti, vedremo la Fanning vestire nuovamente i panni della principessa Aurora, accanto alla bellissima Angelina Jolie, nel seguito di Maleficent.
Intanto però l’attrice statunitense è prontissima ad incontrare il giovane pubblico del Giffoni Film Festival e presentare il suo nuovo film, Teen Spirit. A un passo dal sogno, che la vede nei panni di Violet, una ragazza emigrata adolescente, cresciuta dalla sola madre, con il sogno di diventare una grande popstar. E Violet si troverà davvero ad un passo dal sogno nel momento in cui i casting di un noto talent show, Teen Spirit, arriveranno nella sua città.
Sono felicissima di essere qui! Siete tantissimi e fantastici, mi avete fatto emozionare. Spero che tra di voi si stiano nascondendo dei giovani filmmaker con i quali, un giorno, io possa lavorare.
Afferma l’attrice statunitense, giunta al Giffoni Film Festival con un sorriso smagliante, i lunghi capelli biondi raccolti ed un vestito leggero adornato di fiori arancioni a svolazzare intorno. Una vera e propria principessa Disney con il grande sogno di cantare, proprio come la sua nuova protagonista. Ma Elle Fanning è anche una grande cinefila che, proprio quest’anno, si è messa a confronto con grandissimi artisti della scena cinematografica mondiale, venendo scelta come giurata al Festival di Cannes. Qui l’attrice ha avuto modo di fare un’enorme esperienza lavorativa, mettendosi a confronto con questi grandi talenti ma, soprattutto, portando la sua voce da ragazza, la voce delle nuove generazioni tra i giurati di Cannes. Ed esattamente per questo motivo Elle Fanning è ancora più felice di essere al Giffoni Film Festival, trovandolo come un momento di confronto ed unione con il cinema.
Credo che il Giffoni Film Festival sia un’incredibile opportunità per i ragazzi. Intanto vanno al cinema e guardano i film sul grande schermo, cosa non così ovvia per la generazione di adesso. Io stessa ne faccio parte della generazione che guarda tantissimi film al computer. L’opportunità del grande schermo non ha eguali quando si parla di fruizione di un film. È qualcosa di importante e spesso data per scontato; inoltre i ragazzi provano l’esperienza di vedere i film insieme e, soprattutto, potersi confrontare. Secondo me è una cosa davvero unica, accomuna esperienza di vedere i film insieme, e sopratutto di potersi confrontare. Unica e importante.
Solare e briosa, cominciamo la nostra conversazione con la Fanning parlando proprio di desideri ed esperienze uniche e importanti, partendo proprio con Teen Spirit. A un passo dal sogno, pellicola d’esordio dell’attore Max Minghella (figlio del defunto Anthony Minghella), che arriverà in Italia il 29 Agosto con Notorius Picture.
Fin dalla bambina sulla mia lista dei desideri c’è sempre stato cantare. Non l’ho mai fatto come professionista, ma ho sempre amato farlo. Grease è stato fin da subito il mio musical preferito. Sapevo tutte le canzoni a memoria e nella vita avrei solo voluto fare un film come quello, dove poter cantare. E alla fine è arrivato proprio con Teen Spirit. È stato sicuramente una sfida. Non avevo mai fatto una cosa del genere. Cantare dal vivo? Figuriamoci! Può essere davvero spaventoso perché ti metti a nudo di fronte al pubblico, ma volevo provarci. Volevo arrivare come Violet fino in fondo. Cogliere le sfide e metterci in gioco fa proprio parte del lavoro di essere un attore.
Un desiderio diventato realtà, esattamente come nelle favole, ma non senza sforzo. Proprio ricollegandoci al discorso delle sfide iniziato dalla stessa Elle Fanning, le abbiamo chiesto come si è sviluppato il lavoro vocale che ha fatto sul personaggio di Violet; la quale a sua volta compie un percorso di crescita per migliorare la sua estensione vocale, intonazione e atteggiamento musicale, per poter arrivare fino in fondo al suo sogno.
È stato estremamente complicato e stancante, ma al tempo stesso eccitante. Comincia col dire la Fanning. Ho iniziato a lavorare ad esercitarmi tre mesi prima di iniziare le riprese. Sono stata accompagnata in questo percorso da un vocal coah incredibile, Marius De Vries (Mouling Rouge, La La Land), Lavorare con lui è stato un grande onore. Nella pellicola Violet compie un percorso, un percorso che la porterà a migliorarsi sempre di più dal punto di vista canoro, ma anche nella sicurezza e nell’atteggiamento di fronte al pubblico. Abbiamo lavorato esattamente su questo: sulla crescita vocale di Violet nella storia partendo da me. Cantavo le canzoni del film ogni giorno. Ogni singolo giorno cantavo tutte le canzoni e poi le riascoltavo per capire quanto fossi migliorato, o meno, e quanto lavoro c’era ancora da fare.
Un percorso intenso che ha permesso all’attrice di migliorare se stessa, compiere un altro step e finalmente realizzare uno dei suoi grandi desideri: cantare. Ma quale è stata la parte più complessa di questo processo?
Per rispondere a questo domanda dobbiamo partire da dove sono partita io stessa: la paura. Per un cantate la performance davanti al pubblico può essere spaventosa, perché in quel momento tu ti metti a nudo di fronte a lui. Il pubblico può vederti, capire chi e come sei. Se sei sincero oppure no. Questo vuol dire rendersi vulnerabile, ed è stato estremamente complesso. Credo, però, che parte più complessa sia stata quella di “andare e venire” con la voce. Mi spiego: al cinema non tutto viene girato cronologicamente, anzi spesso nulla. Può capitare di girare il primo giorno di set l’ultima scena di film, e l’ultimo giorno di set la prima scena di film. Questo vuol dire che io facevo dei progressi, così come li avrebbe fatti Violet nella storia, ma mi trovavo un giorno in cui dovevo avere la voce perfetta e la massima estensione per Violet e il giorno dopo, invece, compiere un passo indietro e partire dalla prima volta in cui Violet canta. Questo può sembra terrificante, e un po’ in effetti lo è. Al tempo stesso mi ha permesso di fare una crescita professionale davvero unica.
La storia di Violet in Teen Spirit trova diversi punti di riflessione che si rispecchiano anche nell’attualità di oggi, dall’aumento di talent show che spronano a lanciarsi nel mondo di un business incerto e rischioso, soprattutto per i più giovani, all’immigrazione, ritrovando in Violet la storia di tante persone.
Posso tranquillamente dire che all’interno del film Violet è un’outsider. Sembra una ragazza molto dura ed emarginata, soprattutto perché ha delle difese molto alte; al tempo stesso, però, nel corso del film e della sua crescita, cerca un po’ di smussare queste difese, riuscendoci piano piano. Questo però non rende Violet un’altra persona, anzi. Lei è molto sicura della sua identità e del suo stile, e secondo me sotto questo punto di vista il film cerca di far passare un messaggio assolutamente positivo. All’interno di questo mondo è molto facile perdersi. Cambiare look, stile, diventare ciò che gli altri vorrebbero che fossimo, ma il segreto di tutto è quello di restare sempre fedeli a se stessi. Violet non rinuncia mai a quello che è davvero e credo che la performance finale che compie a fine film sia l’esempio perfetto di quanto detto.
Violet non rinuncia mai ad essere se stessa, ma viene anche fortemente spronata a continuare per quella strada, senza rinunciarvi ma migliorandosi giorno dopo giorno. Nella vita di tutti i giorni è molto facile cadere trappola del periodo “no”, farsi schiacciare dai pensieri negativi, non crederci e cadere a tal punto da voler rinunciare. Nella carriera di una giovanissima attrice come Elle Fanning è molto facile credere di farcela per poi fermarsi al primo ostacolo e avere troppa paura di andare avanti, proprio perché il rifiuto potrebbe essere davvero traumatico.
Nel film Violet può affidarsi alla figura di Vlad, questo “fato padrino” che la sostiene proprio quando si sente giù e sente di non farcela. Io nella mia vita mi sento fortunata perché ho avuto una rete di persone attorno a me, a partire dalla mia famiglia, che mi hanno da sempre sostenuta e spronata ad andare avanti. Tutte le donne della mia famiglia, a cominciare da mia madre, mia nonna, mia sorella, ci sosteniamo a vicenda le une con le altre. E con il tempo sono arrivata ad allargare questa rete di sostegno, coinvolgendo ovviamente il mio team come il mio manager o la mia publicist, tutte persone che mi sostengono sulle quali sento di poter contare. Certo, ci sono i momenti down per tutti, soprattutto in questa carriera, perché dobbiamo sempre confrontarci con il rifiuto, anche quando vorremmo fortemente una parte. I momenti delle audizioni sono davvero traumatizzanti. Quando non riusciamo ad ottenere un ruolo che, invece, vorremmo tantissimo “Ma che cosa c’è che non va in me?”, facendoci cadere l’autostima sotto i piedi. Ma ci rialziamo proprio grazie a questo sostengo che abbiamo intorno. Bisogna, però, capire che questo fa parte del lavoro, e quindi bisogna ritrovare dentro di sé la passiamo e il fuoco che ci ha spinti inizialmente anche ad andare verso questi rifiuti e non solo verso i successi che otteniamo.
Come dimostrano le sue stesse parole, Elle Fanning non è semplicemente una bella, giovane e promettente attrice, ma anche una futura donna dalle idee estremamente chiare e dalla mente brillante, che sa cogliere ogni chance offerta dalla vita nel modo giusto, mettendosi in gioco e ponderando le sue scelte.
Io credo che bisogna essere sempre molto cauti nella scelta dei ruoli. Ci troviamo in un momento storico dove viene dato sempre più spazio a determinati personaggi e determinate tematiche, ma la strada da fare è ancora tanta. Quando si accetta un ruolo bisogna sempre ponderare la scelta e comprendere le conseguenze che quel ruolo può comportare su di noi. Cosa vuol dire questo? Fare attenzione ad affrontare determinate tematiche e non lasciarsi spingere solo dal gusto di farlo. Credo che alcuni ruoli siano meglio ritagliati su persone che, per esempio, hanno davvero affrontato le situazioni a cui sarà sottoposto quel dato personaggio. Ripeto: in questo stiamo andando avanti, ma la strada è ancora lunga.
Ad ognuno il suo per Elle Fanning, cercando di spronare sempre di più il cinema ad aprirsi a nuove tematiche, ai nuovi e giovani registi, ma anche a rendere le storie, gli immaginari ed i personaggi il più inclusivo possibile. Ed essendo lei stessa una principessa Disney, parlando di questo argomento, il suo pensiero non può non andare alla puerile polemica che nelle ultime settimane si è consumata attorno all’attrice afroamericana Halle Bailey, scelta come interprete di Ariel per il futuro live action della Disney, La Sirenetta.
Ecco, questo genere di polemiche stento a comprenderle. Credo sia assolutamente sbagliato giudicare una persona da cose come il colore della pelle. Lei è un’attrice e cantante fantastica. L’avete mai sentita cantare? Sembra un angelo! Per me il problema non sussiste; anzi, sono stata talmente tanto felice della notizia che quel giorno ho sentito di darle, sui social, il mio benvenuto nel mondo delle principesse Disney.
Dopo queste parole, come si fa a non innamorarsi totalmente della dolcezza e della tenerezza di una “piccola donna” come Elle Fanning. Talmente tanto brillante da zittire qualsiasi tipo di polemica o inutile discussione.
Sul futuro Elle, invece, non si sbottona, anche se parlano di ricordi ed infanzia, che nella cornice del Giffoni è un po’ inevitabile non fare, ci parla di sua sorella Dakota, attrice anche lei e di quattro anni più grande.
Quando eravamo bambine ci piaceva creare storie e interpretarle. A volte io ero sua figlia, altre volte ero una segretaria. Era un momento tutto nostro, privato. Non doveva vederlo nessuno. Ho un ricordo dolcissimo di questo momento. Spesso parliamo di fare un film insieme, però al tempo stesso voglia scegliere il progetto giusto, senza fare una scelta avventata. La prima volta viene una volta sola Ride. Vogliamo che sia perfetta, soprattutto adesso che con l’età ci sentiamo molto più vicine. Quando eravamo piccole litigavamo molto più spesso, adesso invece siamo più amiche e confidenti.