Fabrizio Corona, poco fa la notizia che in tanti temevano
L'ex re dei paparazzi torna in carcere su decisione del Tribunale di Sorveglianza
Fabrizio Corona ha lasciato l’Ospedale Niguarda di Milano, in cui era ricoverato nel reparto psichiatria, ed è arrivato nel carcere di Monza, dopo la decisione del Tribunale di Sorveglianza. Infatti, proprio su ordinanza del Tribunale di Sorveglianza, Fabrizio Corona deve tornare in carcere per aver violato le prescrizioni degli arresti domiciliari.
Dopo circa dieci giorni di ricovero nel reparto di psichiatria all’Ospedale Niguarda di Milano, Fabrizio Corona è tornato in carcere. Dunque il Tribunale di Sorveglianza ha fatto rispettare la decisione a cui l’ex re dei paparazzi ha risposto con un gesto di autolesionismo.
Il ricovero e l’arresto di Fabrizio Corona
Lo scorso 11 marzo, quando gli agenti di polizia si sono recati presso l’abitazione la sua abitazione, Fabrizio Corona è andato in escandescenza, accorgendosi che uno degli agenti aveva preso il suo telefono. Dopo l’assalto agli agenti, l’uomo è stato medicato dai soccorsi e ricoverato nel reparto psichiatria dell’Ospedale Niguarda di Milano.
Ha iniziato lo sciopero della fame e della sete, interrotto per un momento per concedersi del tè. Sono stati vani i suoi appelli per poter parlare con i pubblici ministeri i quali hanno chiesto il ritorno in carcere di Fabrizio Corona per aver violato le prescrizioni degli arresti domiciliari.
Su tutte le furie il suo difensore, l’avvocato Ivano Chiesa, che nella pagina social dell’ex re dei paparazzi ha postato un video in cui chiede di mostrare più umanità verso il suo assistito. Infatti, solamente un consigliere regionale della Lombardia si è recato a fargli visita.
Inoltre l’ex fotografo, in una lettera indirizzata a Massimo Giletti, ha ripercorso il momento dell’arresto, dichiarandosi pronto a morire per i suoi diritti. Queste sono state le parole dell’uomo al conduttore di Non è l’Arena:
Massimo devi sapere che quando mi sono maciullato il braccio non ho sentito nulla. Sono pronto a morire per i miei diritti.