Francis Ford Coppola: il ritorno al cinema e le sue riflessioni sull’arte e la democrazia
Francis Ford Coppola, il leggendario regista noto per opere iconiche come “Il Padrino” e “Apocalypse Now”, si è recentemente aperto alla stampa in un’intervista che ha messo in luce non solo il suo imminente progetto cinematografico, “Megalopolis”, ma anche le sue opinioni su temi attuali come la democrazia e il futuro del cinema. Con un abbigliamento informale, con calzini spaiati e una mente vivace, Coppola ha condiviso le sue visioni su una varietà di argomenti, dai legami tra Roma e New York alla sua personale tragedia.
La genesi di “megalopolis” e il sogno di un’epopea romana
Coppola ha spiegato perché “Megalopolis” rappresenta per lui un progetto di grande significato. “Ho sempre sognato di portare sullo schermo un’epopea romana”, ha dichiarato, evidenziando che il tema è intrinsecamente affascinante e universale. “È un ottimo tema cinematografico che, fin dai tempi dei Lumière, non è costato nulla”. L’ambientazione romana, ricca di storia e personaggi mitologici come Nerone e Messalina, sembra essere una scelta naturale per un regista con una visione così ampia.
Un aspetto particolarmente interessante è la decisione di collocare la narrazione a New York. Secondo Coppola, “L’America si è fondata prendendo a prestito il modello romano, le sue leggi e la struttura del senato”. La sua scelta di New York come sfondo per “Megalopolis” vuole dunque evidenziare il concetto di una società che riprende elementi storici per costruire la propria identità. Le riflessioni sul potere e sulla leadership politica si intrecciano nel racconto, rendendo il film non solo un’opera di intrattenimento ma anche una forma di critica sociale.
La questione politica e il futuro della democrazia
Coppola non si è tirato indietro nel discutere la situazione politica attuale, menzionando esplicitamente Donald Trump come una figura che potrebbe influenzare negativamente il futuro della democrazia. Ha affermato che la democrazia nel suo Paese è “in grave pericolo”, evocando la necessità di riflessioni profonde su dove ci stiamo dirigendo come società. Le parole di Coppola richiamano un senso di urgenza nel dover affrontare le sfide contemporanee: “L’essere umano, come diceva Pico della Mirandola, è geniale e alla fine risolve tutto”.
Questa visione si accompagna a un’invocazione a lasciare un’eredità migliore per le future generazioni. Il regista ha messo in dubbio l’efficacia delle attuali pratiche di governo, paragonandole a effetti di un “gioco” mal giocato, e ha invitato la società a riconsiderare le sue priorità. “Fatte bene le cose, dalla medicina alla fisica, ma non riusciamo a formare un governo che funzioni”, ha sottolineato, riflettendo una frustrazione condivisa da molti.
Il futuro del cinema: tra arte e industria
Riguardo al futuro del cinema, Coppola ha espresso le sue preoccupazioni riguardo alla commercializzazione dell’industria. Ha paragonato Hollywood a un business alimentare che cerca di standardizzare i gusti, incoraggiando un consumo passivo da parte del pubblico. “Se un film come Mad Max ha un finale prestabilito, Megalopolis si permette di scommettere su un futuro migliore”, ha affermato, suggerendo che l’arte deve mantenere una sua autenticità, anche a rischio di non compiacere il mercato.
Coppola ha anche parlato dell’importanza di investire nella creatività piuttosto che nel profitto. Ha condiviso come, per realizzare “Megalopolis”, ha utilizzato tutti i suoi risparmi, evidenziando la sua dedizione all’arte. Questo investimento personale, tuttavia, non è privo di timore. Nonostante i fallimenti commerciali di alcune opere, l’appello alla libertà artistica rimane fermo: “Ho girato il film in totale libertà, sapendo che avrebbe potuto dividere il pubblico”, ha detto, tracciando un parallelo con “Apocalypse Now”, che ha avuto un percorso simile verso il riconoscimento.
Riflessioni personali e la sua eredità
La conversazione ha toccato anche esperienze personali toccanti, come la prematura perdita del figlio Gian Carlo in un tragico incidente. “Soffro per il fatto che non lasciamo ai giovani il cinema che avremmo voluto”, ha rivelato, evidenziando la sua costante preoccupazione per il futuro della settima arte. Questo passaggio personale ha rivelato non solo la fragilità della vita ma anche l’importanza di un’eredità positiva per le generazioni future.
Infine, Coppola ha espresso il suo orgoglio per la sua famiglia, in particolare per i suoi figli Sofia e Roman e per il nipote Nicolas Cage. “Noi Coppola abbiamo dedicato tantissimo tempo al gioco e alla recitazione”, ha detto, ponendo l’accento sull’importanza di investire nel tempo trascorso con i propri cari, piuttosto che lasciare spazio a un futuro dominato da macchine e robot.
Queste riflessioni finali offrono un ritratto complesso non solo del regista, ma della persona che si trova a fronteggiare le sfide dell’industria cinematografica e della società contemporanea.