Gabriele Pignotta: intervista al regista di Ti sposo ma non troppo
Una chiacchierata sul film, l'amore, il matrimonio, il pubblico, i social network, Elvis e il daiquiri
Dopo avervi parlato del film in uscita al cinema sull’amore e il matrimonio Ti sposo ma non troppo, ecco l’intervista a Gabriele Pignotta, regista ed interprete principale, assieme a Vanessa Incontrada e Chiara Francini.
D – Gabriele, il matrimonio è…
– colpevole di aver generato eserciti di wedding planner
– l’ennesimo mutuo da intestarsi con finalità “acquisto di bomboniere, torta di nozze a 7 piani, menu personalizzato e colombe ammaestrate
– una sinfonia, allegra ma non troppo
R – Una sinfonia, allegra ma non troppo.
D – Il detto recita che “il matrimonio è la tomba dell’amore”. Ti sposo ma non troppo parla di amore attraverso bugie, tradimenti, finzione, ripensamenti ecc… una resurrezione come Lazzaro dal sudario?
R – Assolutamente sì, il matrimonio è un obiettivo alto, nobile ed importante ma essere preparati per arrivarci è una gioia riservata a pochi.
D – Ti sposo ma non troppo, dal teatro al cinema: come cambia il tipo di pubblico? Quale dei due potrebbe giocare in Scapoli vs. Ammogliati?
R – Tutti e due, il pubblico è pubblico! Solo gli addetti ai lavori fanno queste distinzioni, il pubblico siamo noi, soltanto che molti di noi non lo vogliono ammettere e si danno un tono… Il pubblico è gente vera senza sovrastrutture, senza pregiudizi artistici o intellettualistici, il pubblico sceglie con la pancia e con il cuore!
D – Nel film gioca un ruolo molto importante l’identità online dei personaggi e social network come Facebook… Quale di questi aggettivi ed hashtag rappresenta il tuo rapporto con i social network:
– entusiasta #daje
– saccente #sapevatelo
– low profile #perdire
R – Entusiasta #daje
D – Il matrimonio perfetto:
– a Las Vegas, con Elvis come testimone che canta “Can’t help fallin’ in love”
– nella chiesetta sulla collina del paese con mamma che piange
– su una spiaggia esotica, voi due da soli, con gonnellino di bambù e daiquiri all-inclusive
R – Nella chiesetta sulla collina del paese con mamma che piange… e un daiquiri in mano.
D – Nel film sei Luca, un fisioterapista che si finge psichiatra, Andrea (lui) si crea un falso profilo Facebook, così fa Lotty e Andrea (lei) vuol far credere a tutti di stare bene quando non è così. Ma allora in amor, vince chi fugge o chi finge? E chi finge di fuggire?
R – In amore vince chi finge di fuggire… e fugge chi non riesce ad amare…