Giorgia Soleri racconta il suo difficile percorso e mostra le cicatrici dell’endometriosi
Si è sentita dire che era in salute, nonostante i dolori lancinanti. Una diagnosi arrivata dopo anni: il racconto di Giorgia Soleri
In occasione della giornata mondiale dell’endometriosi, Giorgia Soleri ha mostrato sui social le sue cicatrici e ricordato il difficile percorso che ha cambiato per sempre la sua vita.
L’endometriosi è una patologia che viene spesso sottovalutata e di cui si è iniziato a parlare soltanto negli ultimi tempi. Tante le donne colpite, che inizialmente hanno sottovalutato i sintomi e che in seguito si sono ritrovate senza risposte da parte dei medici. Purtroppo si tratta di una condizione non facile da diagnosticare.
Giorgia Soleri è stata proprio una delle prime a raccontare il suo difficile percorso. La modella ed influencer per diverso tempo ha convissuto con dolori lancinanti e sintomi che alla fine l’hanno costretta a chiedere aiuto. Dopo anni di visite, è arrivata la diagnosi. Ha deciso di aprirsi sul web, per aiutare e sostenere tutte le donne nella sua stessa situazione.
Il suo scopo è stato quello di dare delle risposte a chi non riesce ad ottenerle, anche a causa degli elevati costi delle visite.
Le parole di Giorgia Soleri
Da qualche parte ho letto che se ascolti davvero una persona, l’endometriosi non è mai stata realmente così silenziosa. E silenziosa, nel mio caso, non è stata mai. Urlava come avrei voluto urlare io dopo le decine e decine di visite fatte snocciolando i miei sintomi uno dopo l’altro per sentirmi dire, in continuazione, che ero in perfetta salute.
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La modella avrebbe voluto urlare ogni volta che il dolore era così forte da farla rimettere e svenire, ogni volta che andava al pronto soccorso.
Per 11 lunghi anni, accompagnata da un senso di inadeguatezza che mi nauseava quasi quanto quel dolore che a un certo punto ha iniziato ad attanagliarmi le pelvi come una dolorosa cintura di spine anche quando non avevo le mestruazioni, anche durante la minzione, la defecazione, i rapporti.
Alla fine, la modella riceve la sua diagnosi: endometriosi e adenomiosi. Dopo 5 mesi è stata operata e grazie all’intervento, i sintomi sono diminuiti.
Ma ad oggi una cura definitiva ancora non c’è. Gli anni di ritardo diagnostico continuano ad essere 7-10 pur colpendo (si stima, al ribasso) 1 persone assegnata femmina alla nascita su 10. Per questo è così importante questa giornata. Non possiamo cambiate il passato, ma forse possiamo provare a costruire un futuro diverso per chi, ancora oggi, si danna in un dolore senza nome e senza legittimazione.