Il figlio del cantante italiano ricoverato in ospedale: cosa è successo e come sta ora
Il cantante ha raccontato episodi di grande calore umano ed elogiato il lavoro delle persone intorno a lui nella struttura
Correva l’anno 1974, Claudio Baglioni pubblicava il brano “Ad Agordo è così”, canzone dedicata proprio ai luoghi e alle persone in cui il cantautore ha trascorso diverse estati in giovane età. Le origini agordine, comune nella provincia di Belluno, in Veneto, sono dell’allora moglie, Paola Massari. Oggi, restando in Veneto dobbiamo però parlare del figlio di Baglioni, protagonista di una situazione preoccupante.
A quarant’anni da quella canzone, Giovanni Baglioni, chitarrista che si distingue nella scena acustica della musica italiana, ancora poco conosciuto per la verità, ha condiviso un’esperienza personale vissuta, appunto, ad Agordo.
Dopo un recente ricovero nell’ospedale locale, il figlio di Baglioni ha raccontato la sua vicenda, sottolineando l’operato del personale sanitario, proprio come aveva fatto suo padre diversi anni prima. Il linguaggio, però, è stato piuttosto diverso. Non si tratta di una canzone, bensì di parole scritte sui social.
Di solito non condivido pubblicamente questioni così personali. […] Volevo solo spiegare la mia assenza da un evento a cui tenevo molto. Tuttavia, sento il bisogno di ringraziare il personale dell’ospedale di Agordo per l’attenzione e la sensibilità dimostrata, ancor prima che per la loro professionalità.
Giovanni Baglioni, proprio successivamente al ricovero per calcoli renali, ha colto l’occasione per riflettere sulla sua ritrovata fiducia nei confronti dei medici. Per tale categoria, negli anni precedenti, aveva sviluppato una certa diffidenza. Tuttavia, l’esperienza ad Agordo lo ha portato a rivedere questa percezione.
Giovanni, infatti, al di là delle generalizzazioni, sottolinea come ci siano sempre individui che incarnano umanità e dedizione. Baglioni ha raccontato episodi di grande calore umano ed elogiato il lavoro delle persone intorno a lui nella struttura. “Non abbiamo bisogno di ‘angeli in camice’, ma di esseri umani che facciano il loro lavoro con empatia”, ha concluso nel suo post.
In seguito a queste parole, ha risposto anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, che ha espresso il suo apprezzamento per il riconoscimento pubblico del musicista. “Sono certo che il personale dell’ospedale di Agordo abbia dimostrato la propria competenza e umanità a prescindere dal cognome famoso del paziente”. Il governatore, inoltre, ha sottolineato come Baglioni abbia scelto con fiducia “l’ospedale di una piccola comunità di montagna”, invece di grandi strutture esclusive.