Il profugo diventato modello: oggi le case di moda se lo contendono
Era un profugo, oggi è un modello che viene conteso da tutte le case di moda più prestigiose. Perché la bellezza vince sempre
Ismail Drammeh è un giovane ragazzo di 21 anni originario del Gambia. Arrivato in Italia con un gommone, in un viaggio della speranza della durata di 5 giorni, era solo un profugo. Oggi è diventato un modello acclamato da tutte le case di moda. Perché lui ne è convinto: la bellezza vince sempre su tutto.
Il 21enne originario del Gambia oggi è un modello affermato. Ma fino a poco tempo fa era un profugo in cerca di un futuro migliore. È arrivato sulle nostre spiagge sperando di poter avere una possibilità. E così è stato. Ma prima ha vissuto un viaggio che nessuno meriterebbe di affrontare.
È scappato dal suo paese di origine, ha attraversato il deserto, passando in Senegal, Mali, Burkina Faso, Nigeria e poi in Libia è salito a bordo di un gommone con altre 110 persone, pagando mille euro, per raggiungere le coste del nostro paese, dove è stato salvato dalla Marina Militare.
Appena arrivato, una ragazza lo ha notato e gli ha detto che avrebbe dovuto lavorare nel mondo della moda.
Da quel giorno la vita di Ismail Drammeh è cambiata. Grazie ai suoi muscoli, al suo metro e novanta di altezza, alla sua bellezza è diventato uno dei modelli più richiesti dai marchi di moda italiani e sfila sulle passerelle più prestigiose del mondo.
La sua vita era iniziata in modo decisamente difficile: lavorava nei campi e non aveva prospettive per un futuro migliore. È scappato ed è sopravvissuto all’inferno, vedendo anche neonati e bambini morire, e ce l’ha fatta.
Non conosceva niente del mondo della moda, non riusciva a capire cosa stava succedendo: aveva visto la morte in faccia, ora di fronte a se vede solo un futuro in cui potrà sopravvivere. Ha imparato l’italiano, lavora come modello ma anche come cameriere in un ristorante messicano, per guadagnare abbastanza soldi da poter aiutare la famiglia rimasta a casa. Non dimentica nessuno. E non dimentica come è arrivato a fare quello che fa ora.