Io e te, il ritorno di Bertolucci!!
Dopo 10 anni d'assenza Bertolucci torna con Io e te. Questa sera in anteprima al Festival di Cannes: attendiamo responso!!
Io e te, l’omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti, è anche l’ultima attesissima fatica del maestro Bernardo Bertolucci che ritorna dopo 10 anni di assenza totale da The dreamers.
Il film è in programma questa sera 23 maggio fuori concorso al Festival di Cannes, in italia arriverà nelle sale solo in autunno, pazienza!!
La storia è piuttosto nota, il libro ha raggiunto dei picchi di vendita incredibili, il film avrà di sicuro un successo analogo, per sceneggiatura, interpretazione fotografia (forte come sempre)e per regia.
Una delle chicche che caratterizzano il film è una sequenza dove la ragazza protagonista canta sulle note di David Bowie l’inedita versione italiana di Space Oddity, ma è proprio la presenza canora del Duca Bianco ad impreziosire un film decisamente d’autore.
Dentro il film
La pellicola è ambientata nella Roma borghese, racconta la storia di un quattordicenne che finge di andare in settimana bianca e che invece si rifugia nella sua cantina. Qui lo trova la sua sorellastra…sui generis.
I due protagonisti, sono Tea Falco e Olmo Antinori. Come vuole la tradizione bertolucciana, gli attori sono due debuttanti, ma memori di Liv Tyler in Io ballo da sola, Michael Pitt e Eva Green in The Dreamers, sono sicura che ne rimarremo piacevolmente sorpresi.
Vediamo come risponderà la giuria della Côte D’azur… lo sapremo prestissimo!!
The song
Questa scelta musicale di Bertolucci fa capire ancora una volta l’apertura artistica di questo regista.
Come ti ho già preannunciato sopra la canzone in questione è la versione italiana di Space Oddity, intitolata Ragazzo solo, ragazza sola, la canzone uscì nel 1970, l’anno successivo all’exploit del brano in America e Inghilterra, con le parole tradotte da Mogol (un altro livellone).
La versione italiana non è una traduzione fedele del testo originale: se l’originale racconta le avventure spaziali del personaggio, qui siamo di fronte a una canzone d’amore.
È curioso sentire Bowie, quel Bowie cantar d’amore in termini così delicatamente italiani, ma credo che a suo tempo, come oggi l’abbia apprezzata, considerando che l’ha anche inserita nella sua raccolta Bowie Rare del 1982.