J-Ax si racconta: ecco perché ha litigato con Fedez
Il rapper ha svelato il motivo per cui ha smesso di collaborare con Fedez.
J-Ax si è raccontato a tutto tondo nell’ultima puntata della seconda stagione del podcast di Luca Casadei “One More Time”. Il rapper oltre a parlare delle sue origini professionali, dei problemi con la droga, ha parlato anche del rapporto con Fedez conclusosi poi alcuni anni fa.
J-Ax ha svelato che la rottura tra i due è arrivata per un motivo ben preciso: delle divergenze professionali che gli stavano facendo perdere la serenità.
“Con Fedez avevo innanzitutto un’affinità artistica, ci ha unito anche l’amore per il punk rock. È uno che vuole spaccare il sistema. Ho provato a fare l’imprenditore con lui, però non fa per me. Pensavo di farcela, ma avere dipendenti mi ha tolto la serenità. Avevo paura per loro, nel mondo dello show business può finire tutto in un attimo. Oggi ancor più di ieri. Io voglio serenità, sono un paranoico che soffre d’ansia” – ha detto il rapper.
E ancora: “la sera pensavo: “Quanti dipendenti ho?”, invece Fedez diceva che a lui piaceva avere dei dipendenti. Ogni volta che assumevamo uno, mi dicevo: “Questo ha un’altra famiglia che si basa sul fatto che io e Fede andiamo bene o no”. Questo è un limite mio e mi sono tolto…anche per altre ragioni, ma una era questa”.
Per questo la decisione di interrompere la collaborazione artistica con Fedez. Ma nel passato per J-Ax anche il fallimento che lo spinse a fare abuso di sostanze.
“Di sana pianta, un disco ad alto budget in cui credevano tutti, giornalisti, casa discografica, produttori. Una previsione di vendita di trecentomila copie, vende trentamila copie. La discografica mi disse: “Non vogliamo più sentir parlare di te”. Mi mandano a fare i concerti nelle sagre di paese. Come ho vissuto quel momento? Iniziai a drogarmi, stetti malissimo. Lo facevo per non pensarci troppo, cominci a dire: “Ho fatto un disco così bello, così scomodo, che il sistema non mi capisce e mi boicotta”, le solite stron*ate che i falliti dicono di loro stessi per potersi guardare allo specchio”.