Intervista a Joe Bastianich:"L'Italia, un paese che non riesce a reinventarsi"
Quattro chiacchiere con Joe Bastianich, tra le pagine del suo nuovo libro e un bicchiere di vino
Giuseppino è il nomignolo con cui è cresciuto Joe Bastianich. Un diminutivo che gli ha affibbiato nonna Erminia e che a Joe non andava proprio giù, un po’ come tutte quelle abitudini tipicamente italiane che gli emigrati non abbandonano neppure oltreoceano e li identificano come tali: l’inglese parlato male, il panino con la trippa nel lunchbox, il vino fatto nel garage, la casa sommersa dall’odore di cibo etc etc.
Lo scorso 25 novembre è uscito il libro di Joe Bastianich edito da UTET “Giuseppino. Da New York all’Italia: storia del mio ritorno a casa” e noi di Bigodino abbiamo assistito alla presentazione che si è tenuta presso la sede milanese di Eataly.
Nel corso della presentazione Joe, accompagnato da Sara Porro (già ampiamente conosciuta e apprezzata dai nostri lettori) e Gianluca Biscalchin, ha raccontato come è nato il libro e tutti i momenti salienti di questo racconto autobiografico sul suo ritorno in Italia e di questo “innamoramento” tardivo.
Infatti la sua passione per l’Italia è nata solo in età adulta quando finita l’università decide di passare un anno girando la penisola in lungo e in largo al volante di una Fiat Croma.
Dopo quell’esperienza l’Italia gli entra nel cuore e comincia a capire e ad apprezzare le sue origini che per molto tempo erano state vissute male e, troppo spesso, addirittura detestate. Per i vent’anni successivi Joe si dedica alla sua carriera di restaurant man, che come ha tenuto a precisare è cominciata grazie all’aiuto economico di nonna Erminia, la sua socia più storica, e solo dopo la scoperta del format di Masterchef torna in Italia.
Sin dalla prima edizione locale Bastianich è uno dei 3 giudici della gara, il format ha un successo stellare e anche Joe diventa una celebrità del piccolo schermo.
Dopo tante esperienze nel campo della ristorazione e progetti nel mondo Bastianich con la madre Lidia, ha realizzato il suo sogno italiano acquisendo Orsone( Ristorante, Taverna e B&B), un luogo incantato immerso tra i vigneti dell’Azienda Agricola di famiglia alle porte di Cividale del Friuli.
Nel corso della serata ho avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con Joe e devo ammettere che è stata una delle interviste più piacevoli che mi sia mai capitato di fare. Mossa da pura curiosità e da nessuna particolare aspettativa, mi sono trovata davanti un uomo gentile e accogliente, diretto e sincero come pochi.
Ecco cosa ci siamo detti:
Ciao Joe, come racconti nel tuo libro il tuo innamoramento con l’Italia è avvenuto molto tardi, adesso hai avuto modo di conoscerla più a fondo, secondo te, qual è oggi la contraddizione più profonda dell’Italia?
Ahahaha, domanda pesante!! Beh, anche la risposta è un po’ pesante… Mi stupisce che l’Italia è il paese che ha inventato tutto: arte, cultura, musica, cibo, cucina, culla della religione e in questo momento non è in grado di tirare fuori la stessa grinta, non riesce a reinventarsi.
A proposito di arte, con il programma in onda su Sky Arte On the road ho scoperto un lato di te che non conoscevo, la passione per la musica. Qual è il tasto emotivo che la musica tocca in te?
L’amore passionale, l’amore familiare e la musica sono le tre cose che più di tutte ti toccano il cuore nella maniera più diretta, più viscerale. La musica può farti piangere in un secondo, come guardare il tuo bambino o fare l’amore con la persona amata.
Cambiando argomento, tu hai raggiunto un altissimo livello di realizzazione professionale: Per te cosa è più importante tra la preparazione e la motivazione?
Secondo me per avere successo nella vita professionale devi avere fortuna e la fortuna è il momento in cui l’opportunità incontra la preparazione.
Grazie Giuseppino, è stato un grande piacere.