La Carmen secondo Calixto Bieito
Dopo Barcellona e Palermo, è la volta della Fenice di Venezia: è solo qui che potrai assistere alla Carmen by Calixto Bieito
È stata prodotta a Barcellona dove ha debuttato, dopo è stata la volta di Palermo e in questi giorni è in scena alla Fenice di Venezia, fino al 12 luglio.
Ti sto parlando della Carmen, ma ben lontana dalla versione tradizionale a cui siamo abituati. L’allestimento è quello di Calixto Bieito, originalissimo e apprezzato regista spagnolo (catalano per la precisione) che non si smentisce mai.
È una Carmen carnale quella di Calixto Bieito che ritorna alla partitura di Geores Bizet dopo tanti anni per, come ha detto lui stesso, riscoprire il proprio modo di lavorare negli anni passati e fare una sorta di bilancio.
È una Carmen cosciente del proprio sex appeal, che lotta fino in fondo per la sua libertà, ma che rivela dei lati sentimentali e talvolta drammatici.
Bieito sceglie di operare un collage delle due versioni esistenti dell’opera, tralasciando i dialoghi parlati della versione originale e i recitativi musicati da Ernest Guiraud, concentrandosi allo stesso tempo sulla chiarezza e sull’incisività della scrittura musicale di Bizet. Bieito ha cercato a lungo la giusta ispirazione attraverso immagini, fotografie, paesaggi, sguardi di persone e soggiorni in Andalusia, che non lo hanno portato a un risultato soddisfacente. È stata, invece, la frontiera tra Ceuta e il Marocco a offrire l’idea chiave alla sua regia, un’enorme piazza dove le macchine dei contrabbandieri, tutte Mercedes–Benz anni Settanta, si fermavano aspettando di concludere i loro affari.
La sua Carmen
Terra di confine, soldati, prostitute, zingari che vivono in vecchie Mercedes anni Settanta e contrabbandano ogni cosa, sigarette, droga, donne, bambine, tecnologia.
Il luogo in cui prende vita l’azione di Carmen è troppo duro e inospitale per non segnare volti, parole e gesti di chi lo abita. Nessuno sembra poter dire di sentirsi al proprio posto. Nemmeno Carmen, che sì, rivendica il bello di una vita libera e selvaggia sotto le stelle, salvo poi attaccarsi appena può all’unica speranza di un’altra vita, una cabina del telefono, unico contatto con il mondo.
Qui Micaëla, generalmente raffigurata come la santerellina acqua e sapone uscita da una sacrestia è invece una donna forte, bella, consapevole di sé, che sa tener testa alla soldataglia allupata e tirar fuori le unghie con l’agguerrita rivale.
Bieito secondo me
Ho conosciuto Bieito a Barcellona, ho avuto l’onore di intervistarlo e di assistere alle sue opere più anticonvenzionali e sconvolgenti.
Ritengo che sia il regista teatrale contemporaneo più completo del panorama europeo. Bisogna ammettere che le sue rappresentazioni più celebri sono per stomaci molto, ma molto forti, però non fanno che prendere in esame una porzione di realtà molto delimitata e sviscerarla mettendone in evidenza gli aspetti più crudi e squallidi, esattamente come sono, senza filtri che “addolciscano la pillola”.
Un grandissimo artista e questa versione della Carmen, è assolutamente all’altezza dei lavori precedenti.