La La Land: 5 motivi per innamorarsi, a tempo di musica

Da questa sera nelle sale italiane il film vincitore di 7 Golden Globe e candidato a 14 premi Oscar

Articolo scritto da Valentina Ariete
Los Angeles, ora di punta, il traffico sull’autostrada è impazzito: invece di imprecare sbattendo la testa sul volante, gli autisti scendono in strada, cominciando a cantare e ballare la canzone “Another Day of Sun”. In un contesto normale qualcuno chiamerebbe la neuro, in La La Land invece, film di Damien Chazelle che, lo scorso settembre, ha aperto la 73esima Mostra del Cinema di Venezia, tutto è assolutamente normale: fasciati da abiti leggeri e coloratissimi, i protagonisti danno sfogo ai propri sentimenti cantando e ballando, riportando sul grande schermo la magia dei musical del passato.

La critica di tutto il mondo si è innamorata da mesi della storia di Mia e Sebastian, l’aspirante attrice e il romantico pianista jazz interpretati da Emma Stone e Ryan Gosling: ora anche per il pubblico è finalmente arrivato il momento di farsi travolgere dalla gioia pura che regala La La Land. Per almeno cinque motivi.

La musica

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Immagine di scena di La La Land

La musica dicevamo: Justin Hurwitz, che ha scritto le colonne sonore dei precedenti film di Chazelle, ovvero Guy and Madeline on a Park Bench (2009) e il più famoso Whiplash (2014), con La La Land ha superato se stesso, unendo sonorità jazz a motivi che arrivano dritti dai musical anni ’50, come Cantando sotto la pioggia (1952). Il numero di apertura, “Another Day of Sun”, che abbiamo già nominato, è energia pura, “City of Stars”, cantata da Ryan Gosling, celebra l’amore e, grazie al suo fischiettio iniziale, entra in testa per giorni, “Audition (The Fools Who Dream)”, cantata da Emma Stone, uno dei pezzi più commoventi del film, dedicato agli “schiocchi che sognano”, ha una potenza devastante.

Nella tracklist c’è anche “Start a Fire”, brano di John Legend, che interpreta Keith, amico di Sebastian. Insomma un album che è impossibile non amare e che, una volta ascoltato, causa gravi effetti collaterali: come la voglia di sentirlo ancora e ancora, magari ballando per il salone di casa.

I colori

Insieme alla musica, la prima cosa che colpisce immediatamente di La La Land sono i colori: Los Angeles, ritratta sia di giorno con il sole a picco, che di sera, al tramonto, non era così bella e romantica sul grande schermo da anni. Scenografie, auto e abiti sono incredibili: colori forti come giallo, verde, rosso e blu dominano la scena, al servizio di uno stile che mescola in modo efficace linee moderne e gusto vintage, rendendo il film allo stesso tempo contemporaneo e nostalgico, come se anni ’50 e 2000 si fossero fusi creando il figlio perfetto.

I vestiti

I vestiti, dicevamo: il guardaroba di Emma Stone in questo film dovrebbe essere considerato patrimonio dell’umanità. Leggera in abiti svolazzanti, abbinati a scarpe dal tacco vertiginoso con colori a contrasto, poi più semplice con ballerine, jeans e camicia bianca, infine elegantissima con lunghi abiti da sera: la costumista Mary Zophres ha fatto un lavoro incredibile.

Anche Gosling non scherza: grazie a scarpe da tip tap e completi eleganti, ha uno stile che ricorda il fascino dei grandi divi degli anni ’50 e ’60, impreziosito da quella faccia da schiaffi che lo caratterizza da sempre.

Emma Stone e Ryan Gosling 

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Semplicemente fantastici insieme!

La musica, i colori, le coreografie sono tutti al servizio di una sola cosa: la storia d’amore tra Mia e Sebastian, due sognatori ambiziosi che, nel mezzo del cammino della scalata verso il successo, si incontrano, si riconoscono tra centinaia di altri volti, e si innamorano.
L’amore puro, quello fatto di passione ed energia, quello che sembra letteralmente bruciare chi ne viene contagiato, è il cuore del film, ed Emma Stone e Ryan Gosling sono gli interpreti perfetti per raccontare questo sentimento.

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La coppia cinematografica perfetta

Giunti ormai al terzo film insieme, dopo Crazy, Stupid, Love (2011) e Gangster Squad (2013), tra i due c’è una chimica palpabile, che si riconosce in ogni gesto e sguardo. Il finale, con i protagonisti che parlano solo con gli occhi, è una delle scene che, una volta usciti dalla sala, porterete sempre con voi.

La forza dei sogni

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La forza dei sogni!

Damien Chazelle aveva un sogno: riportare sul grande schermo la magia dei musical anni ’50. Ci è perfettamente riuscito, spostando l’asticella ancora più in là: come si dice in Dancer in the Dark (2000), film di Lars von Trier con protagonista Björk, “Sognavo di trovarmi in un musical, perché nei musical non accade mai niente di terribile”, e in effetti, almeno per la prima parte del film, La La Land è esattamente così, un concentrato di energia e gioia.

Poi, nella seconda parte, come aveva già fatto Baz Luhrmann con il suo Moulin Rouge! (2001), la vita vera e i problemi entrano in scena: la musica cambia, si fa più malinconica, e ai balli tra le stelle si sostituiscono sguardi che parlano di una vita intera, di quello che è stato e avrebbe potuto essere.
Ma, come canta Emma Stone: “Here’s to the ones who dream/ Foolish, as they may seem/ Here’s to the hearts that ache/ Here’s to the mess we make” (Salute ai sognatori/ Che potrebbero sembrare sciocchi/ Salute ai cuori che soffrono/ Salute ai nostri errori).

La vita va avanti, anche quando la musica finisce.