Le 20 frasi più belle di Dario Fo
Il grande attore italiano è scomparso all'età di 90 anni.
Dario Fo ci ha lasciato. Il grande drammaturgo, attore, regista, scrittore, autore, illustratore, pittore, scenografo e attivista italiano, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1997 si è spento oggi: era ricoverato da tempo per problemi polmonari e non ce l’ha fatta. Ora l’attore ritroverà la sua amata Franca Rame, collega e compagna di vita scomparsa nel 2013. La redazione di Bigodino.it vuole ricordarlo con le sue frasi più significative: grazie di tutto Dario!
Gli autori negano che io sia un autore. Gli attori negano che io sia un attore. Gli autori dicono: tu sei un attore che fa l’autore. Gli attori dicono: tu sei un autore che fa l’attore. Nessuno mi vuole nella sua categoria. Mi tollerano solo gli scenografi.
Il riso è sacro. Quando un bambino fa la prima risata è una festa. Mio padre, prima dell’arrivo del nazismo, aveva capito che buttava male; perché, spiegava, quando un popolo non sa più ridere diventa pericoloso.
In tutta la mia vita non ho mai scritto niente per divertire e basta. Ho sempre cercato di mettere dentro i miei testi quella crepa capace di mandare in crisi le certezze, di mettere in forse le opinioni, di suscitare indignazione, di aprire un po’ le teste. Tutto il resto, la bellezza per la bellezza, non mi interessa.
La risata, il divertimento liberatorio sta proprio nello scoprire che il contrario sta in piedi meglio del luogo comune… anzi, è più vero… o almeno, più credibile.
Così pur di sopravvivere rischiamo la vita.
Fermare la diffusione del sapere è uno strumento di controllo per il potere perché conoscere è saper leggere, interpretare, verificare di persona e non fidarsi di quello che ti dicono. La conoscenza ti fa dubitare. Soprattutto del potere. Di ogni potere.
L’uomo senza idee, come diceva Voltaire, è un imbecille.
Se siete in crisi, vi sbattete in ginocchio e pregate il Signore, i santi e la Madonna che vi vengano a tirar fuori. Noi atei, al contrario, non ci possiamo attaccare a nessun Santissimo. Per le nostre colpe dobbiamo rivolgerci solo alla nostra coscienza.
Siamo veramente in una nazione orrenda, io spero che sia soltanto un sogno, un orrendo sogno che stiamo facendo tutti quanti.
Siamo costretti, dato che c’è la crisi, a immaginarci un pensiero nuovo, sia di politica sia di economia, un pensiero!
Sarò un sentimentale, certo ci vuole il pelo sullo stomaco per fare i politici. Bisogna essere grossieri, bisogna andare a piedi giunti. Però attento un po’ a fare il prete col prete. Un vecchio proverbio delle mie parti dice: “chi fa il prete col prete diventa monaca, cioè lo prende in quel posto”.
Come diceva Orson Welles, per avere materiale sempre nuovo basta affidarsi alla cronaca.
Il caso di Luttazzi, uno che la satira la fa senza sconti, è illuminante: cacciato su due piedi. Colpirne uno per educarne cento.
Dato che esistono oratori balbuzienti, umoristi tristi, parrucchieri calvi, potrebbero anche esistere politici onesti.
La satira è un’espressione che è nata in conseguenza di pressioni, di dolore, di prevaricazione, cioè è un momento di rifiuto di certe regole, di certi atteggiamenti: liberatorio in quanto distrugge la possibilità di certi canoni che intruppano la gente.
È risaputo che chi usa la fantasia per trasgredire la legge ne preserva sempre una certa quantità per il piacere proprio e degli amici più intimi.
La vita è una meravigliosa occasione fugace da acciuffare al volo tuffandosi dentro in allegra libertà.
La cultura non si può ottenere se non si conosce la propria storia.
Mio padre, prima dell’arrivo del nazismo, aveva capito che buttava male; perché, spiegava, quando un popolo non sa più ridere diventa pericoloso.
Non dobbiamo permettere ai politici di agire senza controllo e visto che non ci danno spazi per esercitare questo controllo dobbiamo prenderceli.