Le 20 frasi più importanti di Umberto Eco
Lo scrittore si è spento all'età di 84 anni.
Oggi l’Italia e il mondo della cultura si sono svegliati e hanno pianto. Sui giornali, sui tg, alla radio e sui social rimbalzava una triste notizia: Umberto Eco è morto. Il famoso scrittore, filosofo, semiologo e riferimento culturale del nostro paese si è spento all’età di 84 anni. Umberto Eco è morto nella sua casa nella serata di ieri, venerdì 19 febbraio. Un pezzo di cultura e di storia del nostro paese che se ne va, un uomo che tutti abbiamo imparato a conoscere e anche ad amare per i suoi libri e le sue frasi celebri.
I suoi libri come Il nome della rosa, il titolo più famoso, che lui considerava anche il più brutto, ma anche il pendolo di Foucault e numerosi testi che chi ha studiato scienze della comunicazione e giornalismo non può non aver letto e amato. Noi vogliamo ricordarlo con 20 frasi celebri che possono letteralmente cambiare la nostra vita: addio Eco, ci mancherai, davvero tanto!
Chi non legge a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito. Perché la lettura è un’immortalità all’indietro.
L’amore vero vuole il bene dell’amato.
Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui.
La saggezza non sta nel distruggere gli idoli, sta nel non crearne mai.
Possono tenere il telefono acceso a tavola i medici, gli idraulici e gli adulteri.
I nomi sono segni con i quali l’uomo tenta di dare un’ordine al mondo…
L’assenza è all’amore come il vento al fuoco: spegne il piccolo, fa avvampare il grande.
La bellezza del cosmo è data non solo dalla unità nella varietà, ma anche dalla varietà nell’unità.
Il computer non è una macchina intelligente che aiuta le persone stupide, anzi, è una macchina stupida che funziona solo nelle mani delle persone intelligenti.
Si nasce sempre sotto il segno sbagliato e stare al mondo in modo dignitoso vuol dire correggere giorno per giorno il proprio oroscopo.
È bello qualcosa che, se fosse nostro, ci rallegrerebbe, ma che rimane tale anche se appartiene a qualcun altro.
La giustizia non è mossa dalla fretta… e quella di Dio ha secoli a disposizione.
Scrivere un libro senza preoccuparsi della sua sopravvivenza sarebbe da imbecilli.
Quand’anche Gesù fosse – per assurdo – un personaggio inventato dagli uomini, il fatto che abbia potuto essere immaginato da noi bipedi implumi, di per sé sarebbe altrettanto miracoloso (miracolosamente misterioso) del fatto che il figlio di un Dio si sia veramente incarnato. Questo mistero naturale e terreno non cesserebbe di turbare e ingentilire il cuore di chi non crede.
Il mondo è monotono, gli uomini non imparan nulla e ricascano a ogni generazione negli stessi errori ed orrori, gli avvenimenti non si ripetono, ma si somigliano: finiscono le novità, le sorprese, le rivelazioni.
L’umanità non sopporta il pensiero che il mondo sia nato per caso, per sbaglio, solo perché quattro atomi scriteriati si sono tamponati sull’autostrada bagnata. E allora occorre trovare un complotto cosmico, Dio, gli angeli o i diavoli.
La creazione, anche se produce l’errore, si dà sempre per amore di qualcuno che non siamo noi.
L’unica verità è imparare a liberarci dalla passione insana per la verità.
Appartengo ad una generazione perduta, e mi ritrovo soltanto quando assisto in compagnia alla solitudine dei miei simili.
Per concludere “i libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Sono fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in banca, anche là dove non ci sono spine elettriche, anche dove e quando qualsiasi batteria si è scaricata, possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, […] ci ricordano che non li abbiamo ancora letti, si leggono tenendo la testa come vogliamo noi, senza imporci la lettura fissa e tesa dello schermo di un computer, amichevolissimo in tutto salvo che per la cervicale. […] Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta”.