Le 20 più belle frasi di Ernest Hemingway

Oggi è l'anniversario di nascita del grande scrittore statunitense.

 

Oggi tutto il mondo festeggia Ernest Hemingway: il grande scrittore e giornalista statunitense, infatti, è nato proprio il 21 luglio del 1899, a Oak Park in Illinois, per poi lasciarci il 2 luglio del 1961. Nel corso della sua vita, ci ha regalato grandissime opere, che gli sono valse anche un Premio Nobel per la Letteratura. Tra i libri più famosi ricordiamo Il vecchio e il mare, Addio alle armi, Per chi suona la campana, Fiesta (Il sole sorgerà ancora), Festa mobile. Per celebrare il suo compleanno, ecco alcune belle frasi che ci ha regalato Ernest Hemingway.

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Ernest Hemingway

La vita ci spezza tutti. Solo alcuni diventano più forti nei punti in cui si sono spezzati.

Voglio farti ubriacare e tirarti fuori il fegato e metterti un buon fegato italiano e farti ritornare un uomo.

È sbagliato giudicare un uomo dalle presone che frequenta. Giuda, per esempio, aveva degli amici irreprensibili.

È stupido non sperare, pensò. E credo che sia peccato.

Essere uomo è un mestiere difficile, soltanto pochi ce la fanno.

Dobbiamo abituarci all’idea: ai più importanti bivi della vita, non c’è segnaletica.

Voglio continuare a scrivere il meglio che posso e il più sinceramente che posso finché morirò.
E spero di non morire mai.

Amo dormire. La mia vita ha l’abitudine di cadere a pezzi quando sono sveglio, lo sai?

La vita di ogni uomo finisce nello stesso modo. Sono i particolari del modo in cui è vissuto e in cui è morto che differenziano un uomo da un altro.

La guerra non è vinta con la vittoria.

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Lo sapevate che amava i gatti?

Preferisco un nemico sincero a gran parte degli amici che ho conosciuto.

Uno scrittore dovrebbe sforzarsi di scrivere una cosa in modo tale da farla diventare parte dell’esperienza di coloro che la leggono.

Se tu non mi ami, non importa, sono in grado di amare per tutti e due.

Il mondo è pieno di vittime delle passioni non sincronizzate.

Le pieghe amare intorno alla bocca sono il primo segno della sconfitta.

Non c’è nessun amico più leale di un libro.

Nei tempi antichi è stato scritto che è dolce e opportuno morire per la propria patria. Ma nella guerra moderna non c’è niente di dolce o di opportuno nella morte. Si muore come cani senza un valido motivo.

La giusta maniera di fare, lo stile, non è un concetto vano. È semplicemente il modo di fare ciò che deve essere fatto. Che poi il modo giusto, a cosa compiuta, risulti anche bello, è un fatto accidentale.

Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo.

Fino ad ora, sulla morale ho appreso soltanto che una cosa è morale se ti fa sentire bene dopo averla fatta, e che è immorale se ti fa star male.