Marion Cotillard: l’eleganza francese di un’eterna diva
Festeggiamo la diva francese ricordandola in cinque ruoli incredibili
Bella, dall’eleganza senza tempo e francese. Stiamo ovviamente parlando dell’attrice Premio Oscar Marion Cotillard, musa ispiratrice di numerosi registi, nonché volto delle grandi copertina di moda e di marchi come Dior e Chanel, da sempre sul grande schermo con ruoli d’effetto e suggestivo. Oggi, giorno del suo compleanno, la conosciamo meglio parlandovi di cinque ruoli in cui l’abbiamo amata di più.
Nata a Parigi il 30 settembre 1975, Marion Cotillard è cresciuta tra Alfortville e la campagna del Loiret (nei pressi di Orléans, a circa 130 km dalla capitale), all’interno di un ambiente «vivace e creativo». La sua, infatti, una famiglia d’artisti: il padre, Jean-Claude, è un ex-mimo, attore, regista teatrale mentre la madre, Monique Niseema Theillaud, è anch’essa attrice e insegnante di recitazione. Attratta fin da subito all’arte grazie al lavoro dei suoi genitori, Marion si avvicina alla recitazione fin da giovanissima, recitando nelle commedie del padre e negli spettacoli degli amici di famiglia. A 16 anni fu la più giovane ammessa al Conservatorio d’arte drammatica di Orléans, dove i genitori insegnavano, e lì studiò per i tre anni successivi, finché non conseguì una borsa di studio nel 1994.
Gli stessi suoi insegnati videro in Marion un talento eccezionale, contornato da una bellezza senza tempo, suggestiva e atipica, come quella delle grandi dive degli anni venti e trenta. L’attrice, la quale oggi compie 44 anni, ha sempre sfruttato ben questo suo lato, mettendolo al servizio dei suoi personaggi. Donne fragili e al tempo stesso incredibilmente forti, spalle di uomini o creature sole che affrontano la vita con forza e determinazione, nel bene o nel male. Che reciti in un ruolo positivo o in quello di una villaine, che sia un personaggio reale o di finzione, la Cotillard sa sempre come stregare ed emozionare il suo pubblico e la critica di tutto il mondo.
Non è un caso, infatti, se nel 2008 l’attrice ha vinto il suo primo Premio Oscar come miglior attrice protagonista, proprio per la sua incantevole e meravigliosa interpretazione della leggendaria cantante francese Edith Piaf in La Vie en Rose.
La particolarità di questa grande attrice è quella di restare nel cuore anche quando la pellicola non riesce a soddisfare del tutto, passando dai ruoli più romantici a quelli più drammatici, da quelli più iconici a quelli più suggestivi, un po’ come nel caso di Allied – Un’ombra nascosta (Allied), pellicola del 2016 diretto da Robert Zemeckis, dove la Cotillard ha recitato accanto a Brad Pitt, nel ruolo di due spie durante la Seconda Guerra Mondiale. Se lo avete perso, proprio in questi giorni potrete recuperare la pellicola su Infinity.
Nella pellicola vediamo l’attrice parigina indossare alcuni capi d’altra moda da far girare letteralmente la testa. Questo non è un caso, considerando anche la carriera da modella che ha l’attrice, oltre ad essere dal 2008 volto di Dior borse ed essere comparsa su oltre 200 cover tra le riviste più famose al mondo, come per esempio Vogue, Elle, Marie Claire, Variety, Vanity Fair e Madame Figaro.
In occasione del suo compleanno, oggi vogliamo ricordarla in cinque ruoli straordinari che ci hanno letteralmente stregato.
Contagion (Steven Soderbergh, 2011)
Questa particolare pellicola di Steven Soderbergh è un film retto in modo particolare dalle intense esibizioni di un cast stellare di attori, tra cui Gwyneth Paltrow, Matt Damon, Laurence Fishburne, John Hawkes, Jude Law, Kate Winslet, Jennifer Ehle, Elliott Gould, Enrico Colantoni, Bryan Cranston, Sanaa Lathan e, naturalmente, la nostra bellissima Marion Cotillard. Nel film interpreta un dottore catturato nel bel mezzo di un’epidemia di un virus mortale. Sebbene tenti di fermalo anche lei, come del resto gli altri personaggi, sembra essere impotente di fronte la sua forza distruttrice.
La performance di Cotillard è il riassunto perfetto per il film di Soderbergh. C’è un elemento di disperazione e disinformazione, un senso di terrore che caratterizza ancora di più il suo carattere e la trasformazione generale del personaggio, che al tempo stesso si manifesta su tutti gli altri personaggio, caratterizzando del tutto l’atmosfera del film.
Midnight in Paris (Woody Allen, 2011)
Pellicola magica, senza tempo, onirico e forse una delle migliori – se non la migliore – dell’Allen degli ultimi dieci anni. Proseguendo la sua “trilogia” tra le capitali Europee, Midnight In Paris è una pellicola intima, poetica, ricca di riferimenti artistici e profondo amore, nonché conoscenza, per l’arte. Attraverso lo scrittore di successo Gil (Owen Wilson), il quale si trova in una fase particolare del suo lavoro e della sua vita, facciamo un tuffo nel passato della capitale francese, divertendoci con la rappresentazione di personaggi storici che Allena ci da. Tutto ovviamete confezionato assieme ad una storia d’amore passionale e coinvolgente.
Marion Cotillard in questo film rappresenta la vera e propria musa ispiratrice del passato. Una donna talmente bella e affascinata da far perdere a tal punto la testa a Gil da desiderare di non tornare più nel presente, bensì vivere nel passato.
Macbeth (Justin Kurzel, 2015)
Ad opera di Justin Kurzel, Macbeth è adattamento per metà una grande lezione di stile ed estetica e per l’altra metà il perfetto racconto dell’omicida più famoso di William Shakespeare. Un vero e proprio eccesso operistico che fa esplodere la storia di un uomo nel sangue, con coraggio e rabbia, disperazione e passione. una vera storia di suono e rabbia che si sforza mirabilmente di significare almeno un po ‘ poco più di niente.
Come in qualsiasi adattamento tratto da un’opera di Shakespeare, a parlare sono letteralmente le performance degli attori, in questo caso della Cotillard e di Michael Fassbender. Sono entrambi tremendamente intensi, drammaticamente suggestivi e, al tempo stesso, controllati per dominare la recitazione e non andare mai al di sopra, mostrandosi fin troppo teatrali. In modo particolare questo lavoro viene compiuto da Marion Cotillard con il suo personaggio di Lady Macbeth, apparentemente subdolo e odioso, per poi divenire terrorizzato dagli eventi.
Un sapore di ruggine e ossa (Jacques Audiard, 2012)
Uno dei migliori registi francesi che lavorano oggi e Jacques Audiard, che ha collaborato con la Cotillard per l’incredibile pellicola Un sapore di ruggine ed ossa. Un film che sa prendere lo spettatore alla bocca dello stomaco, lasciandolo ipnotizzato davanti allo schermo ma, al tempo stesso, così drammaticamente coinvolto da fare male. Questo in particolar modo proprio grazie all’attrice parigina che si è cimentata in una performance davvero incredibile ed intensa. Un melodramma che scava fino in fondo, in fondo alle ossa e ci porta nella tragicamente stravolta vita di Stéphanie, un addestratrice di orche rimasta senza gambe a causa di un incidente. Con l’aiuto di Ali (Matthias Schoenaerts), la donna compierà un difficile ma necessario viaggio dentro se stessa, all’interno del trauma, della sua vita, della sua stessa mente. Un viaggio spesso imprevedibile, doloroso ma anche necessario per ritornare a sorridere, a splendere, a sentirsi vivi.
Un film quasi silenzioso e al tempo stesso rumoroso. Non ha bisogno di troppe parole, è la forza emotiva dei personaggi a parlare, a gridare, a lasciare senza fiato, portando gli spettatori su di una dimensione del tutto nuova.
La Vie en Rose (Olivier Dahan, 2007)
E arriviamo alla nostra ultima pellicola, quella che ha permesso alla nostra Marion di conquistarsi il suo primo Premio Oscar, La Vie en Rose di Olivier Dahan, uno sguardo sapientemente realizzato e compilato nella caotica e piena vita dell’iconica cantante francese Edith Piaf. Un film non facile, probabilmente neanche adatto a tutti i palati. Complesso. Lungo. Spesso dilatato nella sua lunghezza ma che vale assolutamente la pena di vedere per la grande performance compiuta dalla stessa Marion Cotillard.
L’attrice francese da l’impressione di rivedere in carne ed ossa la bellezza e bravura della grande cantante, scomparsa a soli 48 anni dopo una vita ricca di dolori fisici e sentimentali, come la morte della figlia o dell’amato pugile francese Marcel Cerdan. La Cotillard fa in questa pellicola un sopraffino lavoro di movenze e labiale, incarnandosi praticamente nel corpo della Piaf.