Matteo Salvini aggredito da una donna, lei: “Non sono obbligata a parlare”
Matteo Salvini, prima di un comizio elettorale, è stato aggredito da una donna, in modo violento
Il 9 Settembre, a Pontassieve, Matteo Salvini, prima di un comizio elettorale, è stato aggredito in modo violento. Il leader della Lega era in tour in vista delle imminenti elezioni e la tappa successiva, era in provincia di Firenze. Non appena arrivato è stato aggredito in maniera brutale. Ad attaccare il leader della Lega è stata una donna 30enne di origine congolese.
La donna lo ha strattonato violentemente, strappandogli camicia e rosario che portava al collo. Durante l’aggressione la donna urlava “Io ti maledico” e altri insulti incomprensibili. Rapidissimo, ovviamente, l’intervento delle forse dell’ordine, che hanno portato la donna in questura per degli accertamenti.
Gli agenti hanno parlato di una donna “In palese stato di alterazione psicofisica”. Il gesto non era programmato, la donna si trovava tra il pubblico per caso, tornando da lavoro. AdnKronos, testata giornalistica, ha raggiunto con una telefonata la donna. A quanto pare non si è mostrata particolarmente pentita, anzi.
Matteo Salvini: la donna dopo l’aggressione dichiara
“Non dico niente dell’aggressione, sto facendo altro e non voglio parlare. Non sono obbligata e non me la sento di dire niente” queste le parole della 30enne quando le viene chiesta una spiegazione per ciò che è accaduto. AdnKronos spiega che, nel corso della telefonata, la voce della donna è sembrata inizialmente sommessa, quasi impercettibile e difficile da udire.
Ma il tono sembra sia cambiati radicalmente nel momento in cui si arriva all’argomento saliente: l’aggressione. La donna non ha intenzione di parlare né di rispondere alle domande che le vengono poste. “Non sono obbligata a parlare con voi, vero?” dice la donna, evitando le domande e sempre più stizzita. “Sto facendo altro adesso e non voglio commentare. Non me la sento di dire niente“, nessuna risposta insomma.
Prima che la 30enne chiuda la telefonata riescono ad ottenere una risposta. Domandano se la donna è pentita, e la risposta lascia perplessi: “Mi dispiace“, dice solamente, in tono poco convincente, dopodiché chiude la telefonata.