Mi chiamo Lucio Battisti, un riassunto della vita del grande cantautore
Lucio Battisti, il grande cantautore italiano ha avuto una vita difficile e complicata; ecco un riassunto della sua vita
Mi chiamo Lucio Battisti… inizia così il riassunto della vita del grande cantautore, poli-strumentista, produttore discografico, arrangiatore e compositore italiano. In questo commovente testo è compresa tutta la sua vita. Un modo per farlo conoscere anche alle nuove generazioni.
Il testo ripercorre passo dopo passo, il percorso della vita del grande Lucio Battisti, intrecciando vita privata e lavoro e raccontandolo in maniera inedita, come se fosse lui quello che parla:
“Mi chiamo Lucio Battisti… e sin da bambino ho sempre avuto una grande passione per la musica, nonostante i miei genitori credessero nel diploma e in un lavoro da impiegato. Dopo una esperienza da chitarrista, nel 1965 conosco Giulio Rapetti, in arte Mogol, che decide di scrivere con me i testi della mia musica”.
Qui inizia l’elenco dei primi successi di Lucio Battisti, quelli che l’hanno lanciato nel mondo dei miti:
“Nel 1967, “29 settembre”, cantata dall’Equipe 84, è il nostro primo brano che arriva al primo posto nella hit parade. Giulio crede anche nelle mie qualità di cantante e fa di tutto per accreditarmi anche come interprete dei nostri brani. Nel 1969, “Mi ritorni in mente” vende 25.000 copie al giorno, e i negozi vengono assaltati per acquistare i miei dischi. Nel 1970 le nostre canzoni sono in classifica per tutto l’anno e nel 1971 “Pensieri e Parole” è il singolo più venduto in Italia”.
La fama di Lucio Battisti usciva fuori dai confini nazionali:
“David Bowie mi definì il migliore cantante del mondo, Paul McCartney conserva tutti i miei album e Pete Townshend un giorno fece ascoltare “Emozioni” alla RCA di Londra definendola un capolavoro”.
Adesso o sguardo si sposta sulla vita privata dell’artista:
“Nel 1973 nasce mio figlio Luca e due fotografi entrano in clinica fingendosi infermieri, aggredendo mia moglie che aveva appena partorito. Declino l’invito per un’intervista a Enzo Biagi e rifiuto 2 miliardi di lire da Gianni Agnelli per esibirmi al Teatro Regio di Torino”.
La vita di Lucio Battisti non è stata facile… il fatto di essere così conosciuto lo ha letteralmente trasformato in un bersaglio:
“Nel 1975, a Milano, l’Anonima Sequestri tenta di rapire il mio unico figlio e solo grazie all’intervento dei passanti e della bambinaia si scongiura il peggio”.
L’attenzione si sposta sulla salute del cantante:
“All’inizio degli anni Ottanta vengo colpito da una irreversibile malattia dei reni, che porta al loro rapido deperimento. Per anni e anni mi sottopongo a dialisi a giorni alterni. Un giorno volo a Parigi per un trapianto ma il nuovo rene rigetta e devo ricominciare. Poi la situazione precipita nel 1998, mi diagnosticano un linfoma e vengo ricoverato all’istituto San Paolo di Milano. Non posso sottopormi a chemioterapia”.
Forse in quel momento Lucio Battisti aveva capito di essere arrivato a capolinea:
“Non conta che la mia discografia completa sia stata rinvenuta persino in un covo delle Brigate Rosse. Non conta che io abbia venduto 25 milioni di dischi. Giulio mi scrive l’ultimo giorno un biglietto, me lo fa avere in Ospedale e io mi commuovo. Sto male, e nel sistemarmi i tubi al corpo, un medico si emoziona e mi confessa che per lui sono un mito”.
La fine arriva impietosa e porta via un mito:
“Volo via il 9 settembre 1998 a 55 anni, quando mi mancavano due esami alla laurea in matematica. Sono stato Lucio Battisti, un Angelo caduto in volo, davanti a me c’è davvero un’altra vita e ora sono qui nei cieli immensi dell’immenso amore, felice di avere cambiato le vostre vite, rendendole migliori”.