Michael J. Fox e il Parkinson: come sta oggi l’attore
Michael J. Fox, star di Ritorno al Futuro, annuncia il suo ritiro definitivo dalla recitazione: il Parkinson è peggiorato
Il grandissimo attore di Hollywood Michael J. Fox non ha certo bisogno di molte presentazioni. Il suo ruolo di Marty McFly nel film cult Ritorno al Futuro ha fatto sognare tante generazioni. Quello straordinario interprete, però, negli ultimi anni ha dovuto lasciar andar via il suo mestiere, la sua passione, il suo talento, per colpa di una brutta malattia che ormai ha preso il sopravvento su di lui: il morbo di Parkinson.
Ad annunciare l’allontanamento dai set e dal lavoro di attore, ci aveva pensato proprio lo stesso Michael. Lui ha scoperto di avere il morbo di Parkinson nel lontano 1991, quando aveva solo 30 anni. Una forma di malattia giovanile molto rara e quasi impossibile da curare.
Ciononostante, la star di Ritorno al Futuro aveva continuato a lavorare. E a farlo in maniera egregia, oltretutto. Oltre al ruolo sopracitato, era apparso anche nella serie tv Casa Keaton e in Spin City, ruoli che gli sono valsi ben quattro Golden Globe e cinque Emmy Awards.
Con il passare degli anni, però, i sintomi che all’inizio erano lievi e gestibili, hanno iniziato a far sentire il peso e a peggiorare, tanto da convincere, l’anno scorso, Michael J. Fox ad abbandonare il suo lavoro.
Le ultime dichiarazioni di Michael J. Fox
L’attore aveva parlato di questa intenzione di lasciare il lavoro soltanto un anno fa, quando nella presentazione del suo libro, aveva detto:
Comincio ad avere difficoltà a pronunciare le parole e a ripeterle di seguito, ma questa è solo l’ultima increspatura nel lago dei miei problemi. Una giornata di lavoro di dodici ore, memorizzare sette pagine di dialogo sono ormai alle mie spalle, almeno per ora.
Ora, in un’intervista rilasciata alla rivista AARP, ha detto:
Ho continuato a recitare per quasi trent’anni dopo la mia diagnosi. Dopo Spin City mi sono preso una pausa poi ho fatto un paio di episodi di Scrubs ed è stato divertente. Ho interpretato il ruolo di un tipo con il disturbo ossessivo-compulsivo e mi sono reso conto che potevo usare il Parkinson per il ruolo. Quando non sono riuscito a recitare nel mondo in cui ero abituato, ho trovato nuovi modi. Ma poi ho raggiunto il punto in cui a volte non potevo far affidamento sulla mia capacità di parlare, il che voleva dire non recitare in modo tranquillo. Così l’anno scorso ho mollato.