Svolta nel caso della morte di Michele Merlo: arrivata la decisione sul medico che visitò il giovane cantante
Michele Merlo: svolta nel caso della morte del giovane cantante
Per il decesso del cantante di Michele Merlo, è stata ufficialmente archiviata l’indagine che vedeva protagonista il medico di base che lo aveva visitato poco prima di andarsene per sempre. Secondo quanto riscontrato dalle indagini, la malattia del giovanissimo attore era già in fase terminale. Probabilmente per lui non ci sarebbe stato nulla da fare.
La Procura di Vicenza ha archiviato l’indagine che la Procura ha aperto nel dicembre del 2021 sul decesso di Michele Merlo. Il giovanissimo cantante è venuto a mancare a causa di un’emorragia cerebrale, provocata da una leucemia fulminante.
In seguito al suo improvviso decesso, la Procura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di uno studio medico integrato di Rosà. L’indagine penale, però, è stata archiviata. Anche se rimane aperta la causa civile avviata dalla famiglia del cantante al professionista.
Nello scorso mese di settembre la Procura di Vicenza aveva richiesto l’archiviazione del caso, perché non era stato possibile accertare il nesso di causalità. Non si è potuto definire se il medico avrebbe potuto salvare Michele Merlo se avesse diagnosticato in tempo la malattia.
Secondo le perizie degli esperti non c’è l’assoluta certezza che una diagnosi a maggio, mese della prima visita fatta presso lo studio, avrebbe potuto salvare la vita del giovane cantante.
Michele Merlo: archiviata l’indagine del medico di base sul suo decesso
Secondo quanto riportato dall’Ansa, il medico di Rosà non avrebbe capito che il ragazzo aveva una leucemia fulminante, perché il paziente era andato da lui per una contusione alla coscia. Il ragazzo aveva detto che forse se l’era procurata facendo un trasloco.
Quando è arrivata la diagnosi definitiva per il cantante di Amici e X Factor, purtroppo era troppo tardi per avviare un trattamento salvavita. Il paziente, secondo la Procura, era ad alto rischio, perché la malattia era già in fase terminale.