Paolo Kessisoglu e la toccante lettera per i suoi genitori scomparsi
Paolo Kessisoglu ha perso entrambi i suoi genitori nel giro di poche settimane: ieri, sui social, ha dedicato loro una dolcissima lettera
Il periodo che sta vivendo Paolo Kessisoglu, famoso attore e comico italiano, è tutto fuorché semplice. Ha infatti perso la sua mamma e il suo papà nel giro di pochi mesi. Ieri, sul suo profilo Instagram, Paolo ha pubblicato una foto dei suoi genitori, accompagnandola con una toccante lettera piena non solo di dolore, ma di stima e affetto per coloro che gli hanno dato la vita e un’infinità di insegnamenti.
Lo abbiamo visto recentemente in “Lol, Chi Ride è Fuori” insieme all’inseparabile Luca Bizzarri, ma la carriera di Paolo Kessisuglu nel mondo della tv e del cinema parte da molto più lontano.
Basti pensare a Le Iene, o ancor di più a Camera Cafè, la sitcom di successo andata in onda per anni su Italia Uno.
Gli ultimi mesi sono stati tutt’altro che semplici per lui, considerando che si è ritrovato a dire addio per sempre ad entrambi i suoi genitori, nel giro di pochi mesi.
La lettera di Paolo Kessisoglu ai suoi genitori
Ieri Paolo ha pubblicato una bellissima foto della sua mamma e del suo papà, accompagnandola con una lunga e toccante lettera. Eccone il contenuto:
Questi sono i miei genitori. A pochi mesi l’uno dall’altro mi hanno salutato. Ho passato più o meno 150 giorni a smaltire e catalogare (grazie di avermi donato una sorella con cui condividere l’esperienza) tutto quello che c’era, tutto ciò che rimaneva di una vita, anzi due.
“Succedono cose strane quando dietro di te non hai più un muro dove appoggiarti. Mi sono accorto che la mia attenzione in corso d’opera andava maggiormente a foto e documenti che riguardavano la loro vita di persone, non di genitori. Ho trovato centinaia di lettere d’amore inviate dalla caserma dove papà faceva il servizio di leva (perdonami papà se non ho resistito dal leggerne qualche stralcio), fotografie da fidanzati, documentazioni di viaggi.”
Ho scoperto un lato sconosciuto, infinite dolcezze, sogni sconosciuti, passioni che il tempo ed il ruolo di educatori avevano sfumato. Ho sentito rifiorire in me una stima rinnovata e un immenso senso di gratitudine a coloro che mi hanno dato una vita e fornito un esempio.
“A me figlio, ruolo che ahimè non posso più esercitare, dico che mi sarebbe piaciuto tanto conoscere molto di più di quelle due persone, dei loro sogni, aspettative, rinunce e passioni che forse non ho mai colto. A chiunque, che figlio può ancora essere, dico di non dimenticarsi che i genitori sono prima di tutto uomini. Grazie a mamma e papà, grazie a Graziella e Pietro”.