Parla l’avvocato di Fabrizio Corona: “Andrà a morire”
Parla l'avvocato di Fabrizio Corona, appena rientrato in carcere: "Trasferito come il peggior criminale, andrà a morire"
La notizia tanto attesa è arrivata nella giornata odierna: Fabrizio Corona è stato riportato in carcere dopo aver lasciato il reparto di psichiatria dell’ospedale Niguarda di Milano, ora a parlare e raccontare i dettagli è l’avvocato dell’imprenditore Ivano Chiesa.
Se la notizia del ritorno il cella è arrivata solo oggi, a portare dentro Fabrizio Corona sono stati degli agenti nella tarda serata di ieri. Proprio su questa prima modalità, l’avvocato ha qualcosa su cui dibattere:
È stato portato via dall’ospedale da otto poliziotti alle 22.45 di ieri sera, dopo essere stato svegliato. Troppo esagerato, come se Fabrizio fosse un uomo pericoloso. Lui non si ferma, lui andrà a morirà.
Il legale, già questa mattina in conferenza con i giornalisti aveva dichiarato: “In 35 anni di carriera è la prima volta che mi capita di assistere ad un trasferimento da un ospedale a un carcere di un detenuto in notturna”.
Le condizioni di salute dell’ex re dei paparazzi non sembrano migliorare, l’uomo si sta infatti sottoponendo allo sciopero della fame e della sete e non vuole toccare cibo, punto su cui anche Adriano Celentano si è esposto per dire la sua al ragazzo.
Sta molto male, fa fatica a reggersi in piedi. Eppure hanno richiesto otto agenti per prelevarlo dall’ospedale, che si sono presentati con il foglio di dimissioni, per portare via Corona. Mi è sembrata l’ennesima esposizione di forza dello Stato, eppure pensavo di vivere in Italia
L’uomo ha poi spiegato che è stato già depositato il ricorso in Cassazione per l’ennesimo arresto di Corona: “Ora voglio parlare con la ministra Cartabia. Questo non è solo un problema giuridico, quanti Fabrizio Corona ci sono in cella senza che il Tribunale ha preso in considerazione il parere degli esperti per quanto riguardano le condizioni di salute?”.
L’avvocato Chiesa conclude parlando della mamma del detenuto, molto provata dalla situazione:
Lei è distrutta. Anche io sono preoccupato. Lui andrà a morire, vive tutto questo come la più grande ingiustizia che ha subito. La prima volta che gli erano stati revocati i domiciliari si era presentato in carcere con le sue gambe perché sa che aveva sbagliato. Ma questa volta non ha violato nessuna regola, ha semplicemente fatto il suo lavoro.