“Non ho guardato lo specchio per mesi, sono viva grazie a mio figlio” la famosissima racconta la lotta al tumore
Sara Carbonero ricorda il periodo buio in cui lottava contro la malattia e non aveva più il coraggio di guardarsi allo specchio
È un racconto lungo e toccante quello che Sara Carbonero, nota giornalista spagnola, ha affidato ai social nella giornata di ieri. Un racconto che la riporta indietro di qualche anno, quando si è ritrovata ad affrontare una battaglia contro un brutto male. Per mesi, scrive la donna, non riusciva a guardarsi allo specchio. Quelle parole di suo figlio, poi, le sono rimaste ben impresse nella mente.
Sara Carbonero è uno dei nomi e dei volti più noti in Spagna nel mondo dello sport e del giornalismo. È la vicedirettrice della sezione sport di Mediaset España e in diverse occasioni ha lavorato anche in Italia, come giornalista esperta della Liga, massimo campionato calcistico spagnolo. Per anni è stata legata all’ex portiere e leggenda spagnola del calcio Iker Casillas, dal quale ha avuto due figli e dal quale si è separata nel 2021.
Nel 2019, però, un altro avvenimento ha stravolto la sua vita, la scoperta di un tumore maligno ovarico che l’ha costretta a diversi cicli di chemioterapie e lunghi periodi lontana dal lavoro a lottare per sopravvivere. Oggi, che è tornata più o meno alla normalità, ricorda alcuni dei momenti trascorsi in quel periodo. Periodo in cui non si riconosceva e in cui, racconta, non aveva il coraggio di guardarsi allo specchio.
La giornalista ha raccontato di quando è tornata a casa per la prima volta senza capelli e di come ha fatto per cercare invano di distogliere l’attenzione dei suoi figli. Oppure di quella volta in cui era a letto, senza potersi muovere, e suo figlio maggiore Martìn si sdraiò affianco a lei e le disse che aveva le sopracciglia grigie, che non sembrava più lei.
Non sapevo bene come uscire da quella situazione e mi è venuto in mente di dirgli: ‘E le ciglia? Hai visto che mi è rimasta una sola sopravvissuta? Una! La più coraggiosa’. Cerco’ di strapparmela e ovviamente, morivamo dalle risate e abbiamo iniziato una guerra di cuscini. Alla fine fu tutto, tranne che traumatico.