Quel 6 di agosto che cambiò la storia del cinema
Ci sono giorni del calendario apparentemente anonimi, sconosciuti, senza una storia. Ma ho scoperto che oggi...
Ebbene sì, stavo perdendo letteralmente tempo su Internet, poi mi è venuta la curiosità di sapere cosa fosse successo in una determinata data: quella di oggi, il 6 di agosto.
La sorpresa è stata grande, mettendo 6 agosto sono venute fuori moltissimi avvenimenti storici, più o meno conosciuti, pù o meno rilevanti, uno su tutti ha colpito la mia curiosità: la nascita del cinema sonoro.
Di fatto il 6 agosto 1926, al Warner Theater di New York, fu presentato al pubblico il primo film ad avere un sonoro tutto suo, Don Juan – Don Giovanni e Lucrezia Borgia (Don Juan, di Alan Crosland), con John Barrymore, che utilizzava il sistema Vitaphone sviluppato da una società del gruppo Bell, la Western.
Attenzione, però, perché Don Juan era sì un film sonoro, ma non parlato, in quanto conteneva solo musica e qualche effetto sonoro.
Bisognò attendere ancora sei mesi per avere il primo film parlato, sempre col sistema Vitaphone: il film era il Cantante di jazz (The Jazz Singer, Alan Crosland), e fu presentato al pubblico il 23 gennaio 1927.
Vitaphone, quel sistema che cambiò per sempre la storia del cinema
Il sistema Vitaphone, primo vero sistema usato commercialmente nei cinematografi, utilizzava una speciale macchina da proiezione, collegata meccanicamente con un giradischi che viaggiava a 33 giri al minuto, assicurando l’audio per 300 metri di pellicola.
In realtà il sistema era il perfezionamento di uno più vecchio, utilizzato dalla Gaumont agli albori della sperimentazione del sonoro nel cinema.
Ma le differenze tra i due sistemi erano parecchie: il francese utilizzava un collegamento elettrico, per il sincronismo tra immagini e suono, tra la macchina da proiezione ed il grammofono che riproduceva il sonoro, amplificato con le trombe proprie dell’antenato del giradischi. Quello della Western, invece, poiché all’epoca del Vitaphone erano state inventate oramai le valvole termoioniche, aveva un sistema di amplificazione elettronico, con altoparlanti di buona qualità, e il collegamento macchina-giradischi era di tipo meccanico, molto più affidabile per l’epoca.
Il principale difetto del Vitaphone (e del suo predecessore Gaumont) era il sincronismo: infatti, se il proiezionista si fosse trovato costretto a togliere anche un solo fotogramma al film, l’immagine non sarebbe più stata sincronizzata con il suono.
Credevi che oggi fosse un giorno come tanti?
No, 86 anni fa il 6 agosto cambiò per sempre la storia del cinema e fece la sua fortuna, Happy Birthday Vitaphone!!