Fabio Fazio e Roberto Saviano ancora insieme: questa sera su La7
Dopo Vieniviaconme, Roberto Saviano e Fabio Fazio tornano sul piccolo schermo con Quello che non ho, questa sera su La7
Alla conferenza stampa di presentazione del nuovo progetto televisivo di Fabio Fazio e Roberto Saviano hanno dichiarato: “Ci eravamo accorti che per la Rai quel programma era ingombrante, probabilmente i tempi non erano maturi. La7 con grande generosità ci ha accolto in questo seguito”. Da Vieniviaconme a Quello che (non) ho, dalla Rai a La7 per la coppia Fazio-Saviano che, a un anno e mezzo dal successo del programma precedente, si ricompone per l’appuntamento più atteso della fine della stagione televisiva.
Il programma debutterà questa sera, domani 15 e mercoledì 16 maggio in onda alle 21.10.
In Quello che (non) ho, si riprende idealmente il filo del racconto televisivo, un viaggio nel mondo delle parole e una riflessione sul loro valore evocativo.
Il senso del viaggio e del racconto…
L’idea centrale del racconto poggia sulla convinzione che una parola è il veicolo per raccontare l’esperienza significativa di un’esistenza. Il racconto si snoderà lungo tre linee narrative: l’emotività suscitata dalle parole e dagli incontri, l’attualità dei monologhi di Saviano e la comicità di Luciana Litizzetto (che farà parte del cast) e degli altri artisti che si aggiungeranno a rotazione ogni sera: questa sera, ad esempio, si partirà con Paolo Rossi.
Ma il programma è anche un racconto musicale (a partire dal titolo, omaggio dichiarato a Fabrizio de Andrè), le canzoni del programma sono scelte e interpretate per la loro capacità di essere parola, memoria, e sarà Elisa, per tutte e tre le serate, a svolgere questo racconto in musica fatto attraverso cover di canzoni leggendarie.
La pagina di facebook del programma
Una curiosità: in realtà questo viaggio è iniziato ancor prima di mettersi in moto praticamente, di fatto la pagina Facebook di Quello che (non) ho si sta già riempiendo di contributi degli utenti che postano le loro parole e ne danno la loro personalissima interpretazione.
Tra tutti i post, direi più che interessanti, ne ho scelto uno nel quale mi sono ritrovata in pieno, semplicemente perché avendo un nome poco comune capisco l’utente che l’ha scritto e appoggio, eccolo:
“Ilana, è il mio nome. È una parola che ho sempre odiato perché da piccola non trovavo mai souvenir con quel nome. È una parola che da adolescente detestavo perché aveva a che fare con rime poco gentili.. ma è una parola che in fondo mi ha sempre distinto e mi ha dato spesso l’illusione di essere unica Per questo la amo!”.