“Si mette male per lei” Ancora polemiche su Francesca Fagnani, arriva la svolta sul caso dei costosi gioielli griffati
Diversi giornalisti potrebbero trovarsi in situazioni simili al caso Fagnani: cosa sta succedendo
Nuovi problemi all’orizzonte per Francesca Fagnani nel caso che la vede protagonista di una possibile violazione del codice deontologico dei giornalisti. Già, perché pare che durante la sua trasmissione ci siano state scorrettezze che sarebbero contro quello che prescrive il codice con i riferimenti per la deontologia (vale a dire la correttezza professionale ed etica) di un giornalista. Cosa sarebbe successo?
Il presidente dell’Ordine del Lazio, Guido D’Ubaldo, ha infatti confermato le accuse mosse da Striscia la Notizia a Fagnani, dichiarando che l’esibizione di costosi gioielli griffati durante la trasmissione Belve su Rai2 potrebbe configurare una violazione dell’articolo 10 del Testo Unico dei Doveri del Giornalista.
Ormai sono diversi mesi che si fa attenzione (molta, quasi ossessiva) ai gioielli e agli accessori che si portano sui palchi, in trasmissione, nella televisione pubblica. Non un “trend” nuovo di certo, ma un’attenzione che a partire dal Festival di Sanremo e il caso Travolta è andato moltiplicando i casi e le violazioni riscontrate. Violazioni che andrebbero a dare visibilità a marchi e oggetti a un vasto pubblico (poi, che questo pubblico noti o capisca di che oggetti si tratti è tutto da vedere!).
L’articolo interessato dalla segnalazione vieta ai giornalisti di “prestare nome, voce e immagine per iniziative pubblicitarie”. Secondo D’Ubaldo, il caso Fagnani presenta analogie con quello di Lilli Gruber, già sanzionata dal Collegio di Disciplina con un avvertimento per una condotta simile, ma su La7. In questo caso, però, la situazione è aggravata dall’intervista rilasciata dalla Fagnani a Striscia, nella quale ammette di indossare gioielli di un marchio specifico.
La giornalista, durante la trasmissione di Striscia, si era difesa sostenendo di non vedere nulla di male nel ricevere e indossare gratuitamente i gioielli, che poi restituisce. Tuttavia, per D’Ubaldo questa pratica configura comunque una forma di pubblicità, inammissibile per un giornalista che deve mantenere la propria credibilità e rispettare il codice deontologico. Ha dichiarato il presidente dell’Ordine:
Dobbiamo cercare di essere credibili e rispettare il codice dei giornalisti. Spero che questo caso non dia un messaggio sbagliato, perché abbiamo sanzionato anche giovani colleghi che attraverso i social facevano pubblicità come influencer.
D’Ubaldo ha inoltre sollevato la questione di altri giornalisti che potrebbero trovarsi in situazioni simili, invitandoli a segnalare eventuali casi di contratti con brand che potrebbero compromettere la loro indipendenza professionale.