Vittorio Brumotti, inviato di Striscia la Notizia, picchiato a Pescara: l’operatore finisce in ospedale
Vittorio Brumotti, l'inviato di Striscia la Notizia, è stato aggredito in strada a Pescara. L'operatore è finito in ospedale
Vittorio Brumotti, l’inviato biker del tg satirico Striscia la Notizia, è stato aggredito e picchiato per l’ennesima volta in strada a Pescara. L’operatore che era con lui per girare il servizio che sarebbe dovuto andare in onda in questi giorni è finito in ospedale a seguito delle ferite riportate
Il biker è arrivato oggi a Pescara per poi recarsi al Ferro di Cavallo, un quartiere problematico della città considerato il centro di spaccio del capoluogo abruzzese. Nello stesso quartiere era stato aggredito anche un giornalista Rai, Daniele Piervincenzi
L’inviato di Striscia la Notizia è arrivato nel momento in cui erano in azione i Carabinieri del luogo per effettuare proprio un bltiz antidroga negli alloggi dell’Ater. Forse propro a conoscenza della situazione, il giovane voleva documentare il tutto
Il servizio è però finito nei peggiori di modi, sia il giornalista che la sua troupe sono stati presto accerchiati, la loro auto è stata presa a calci e spintonata e un operatore è finito in ospedale. Sul posto si sono subito recate le pattuglie della squadra mobile della polizia
Nel frattempo una donna è stata arrestata per spaccio, sorpresa con sostanze stupefacenti. A parlare alcuni residenti del quartiere, che non hanno visto di buon occhio l’intrusione delle telecamere di Mediaset
“Rifiutiamo questa modalità di fare giornalismo che reputiamo di basso livello. Riteniamo che questo sia il modo peggiore per affrontare le problematiche del quartiere. Non può essere spettacolarizzata in questo modo un’emergenza sociale.
Tutto questo alzerà un nuovo inutile polverone che non gioverà a nessuno. I cittadini sono ancora in attesa di azioni visibili da parte delle istituzioni che hanno promesso in campagna elettorale di ripartire dalle periferie. Siamo stanchi di essere dati in pasto alla stampa in questo modo e di essere stigmatizzati da una società che non capisce i nostri disagi e una classe politica che non ha intenzione di cambiare le sorti del nostro quartiere”