I saldi? Per me solo online!

Perché affrontare la ressa da "lotta all'ultima small" quando puoi comodamente scovare le vere occasioni online? Io dico NO! ai camerini impolverati e alle lunghe file alla cassa. Io i saldi li faccio in rete!

Iniziamo con un coming out doveroso: io sono una shop-aholic. Una di quelle che non c’è armadio strabordante che tenga, né fidanzato in assetto da guerra contro la dominazione delle scarpe nei nostri 70 mq di loft. Nulla.
Ci sarà sempre una magliettina “troppo bella”, un cappottino “perfetto”, un tacco 12 “passepartout” che vinceranno sulla ragione. Nella mia carriera decennale di myselfshopper (ho appena inventato una nuova professione?) ho acquisito una certa senority nel trovare la scusa perfetta per giustificare (a me stessa o a mamma, nonna, fidanzato, amiche) l’ennesimo acquisto inutile. Ho una varietà di toni e contesti in cui riesco a dire “Mi serve proprio” (corredata con la faccia da culo più convincente della storia) che potrei scriverci un manuale.
Quindi se sei una donna parca e morigerata negli acquisti e vuoi mantenere ben salde le tue finanze, questo post potrebbe portarti sulla cattiva strada.
Mentre se sei una che abbina il colore delle calze alla maglia e al cappello, e quello delle scarpe alla gonna e alla clutch, e tutto nello stesso outfit, e se, peggio mi sento, hai una carta di credito, questo post di porterà dritta dritta all’inferno (poco male, potremo stare in costume a sorseggiare mojito tutto il giorno).

Parliamo di Saldi

Detto questo, parliamo di saldi. Qui a Roma sono iniziati, altrove stanno per, ufficiosamente nei negozi uno sconticino già lo facevano da giorni. Il tempo dei ribassi di stagione, corredato del triste servizio del TG sulla crisi, le stime e le interviste per via Condotti -che notizia è che in via Condotti la gente non compra?! Chi non ha quei duemila euro di budget per una borsina firmata?! Eddaisu!- fino a qualche anno fa era un momento davvero pericolosissimo. Ci sono giorni in cui potresti entrare da Zara (se ci riesci), con la certezza che quando uscirai (se uscirai) sarai una persona cambiata, diversa. Certamente più povera. E più incattivita.
Perché diciamolo, lo shopping dei saldi è più compulsivo che altro. Quel ribasso del 20% va a lavorare subdolamente sul tuo spirito di autoconvincimento alla spesa. Non importa che tu stia spendendo 10 o 100 euro, l’importante è ripetersi come un mantra “a prezzo pieno ho resistito, ma con i saldi…“. Poco male se l’oggetto della diatriba psicologica sarà il fratellino gemello delle 99 paia di decolleté neri che occupano la tua scarpiera. Una vera shop-aholic non sente nessuna ragione, se non quella dettata dal piacere immenso di portarsi a casa un fantastico, morbidissimo, profumato cappottino di cashmere.

La svolta online

Proprio per le ragioni di cui sopra, nonostante io sia davvero digital addicted, la ritrosia verso lo shopping online ha resistito fino a un paio di anni fa.
Poi ho lavorato per una startup, un progetto che puntava a far creare alle donne modelli di scarpe personalizzati con un’applicazione per iPad (fatte poi realizzare da artigiani italiani e spedite a domicilio). Lì ho iniziato a mettere in discussione le mie posizioni nette.
E se lo shopping online fosse davvero la svolta?
Il mio rapporto solitario con i capi di abbigliamento e le scarpe nuove sarebbe potuto diventare un’esperienza condivisa? La possibilità di confrontare i miei acquisti con una community e beneficiare dei loro feedback avrebbe ottemperato alla mancanza di contatto con la materia prima?
Con questi interrogativi esistenziali da consumatrice simil-consapevole mi sono armata di coraggio, e complice il poco tempo per saltellare da un negozio all’altro in una Roma dalle distanze non proprio a portata di donna dal ridotto tempo libero, ho fatto il mio primo ordine su Asos. Ho scelto questo marketplace made in Uk per un sapiente mix tra stile dei capi, usabilità della piattaforma, connessione social, possibilità di reso gratuito, feedback di alcuni miei contatti fidatissimi e, non per ultimo, prezzo nella media. Asos è la piattaforma “indipendente” reginetta dell’e-commerce, sognata dalle adolescenti di tutto il mondo con velleità da hipster e ha la novità (rispetto a YOOX, per esempio) della sezione “compra e vendi” e di quella dedicata al Vintage.
La mia prima esperienza è stata del tutto positiva. La qualità dei vestiti ottima, puntualità dell’ordine, perfezione nel servizio. E la soddisfazione nell’aprire quel pacco e provare i miei due maglioncini nuovi molto simile a quella provata nei camerini “live”.
Inutile dirvi che da allora è stato un crescendo: Asos, Yoox, Zalando, Amazon sono diventati posti dove ormai bazzico con la sicumera di una “vecchia conoscenza”.

I saldi? Solo online!

Ecco quindi che sono giunta a una decisione drastica! Se il 2013 è stato l’anno dell’ibrido, questo 2014 sarà invece quello della scelta: solo saldi online! Ed ecco il perché:

Acquisto più consapevole: mi sono resa conto che il pagamento online, quindi quello addebitato sulla Carta di Credito, è un deterrente verso l’acquisto compulsivo.
Evito la calca e le lotte: avete visto al tg le immagini delle 100 acquirenti in bikini fuori da Desigual (a gennaio, e Roma non è il Kenia, amiche) per riuscire ad essere tra le “fortunate” ad essere rivestite gratuitamente? Ebbene, chapeau al brand per l’azione perfetta di marketing, ma io solo al pensiero di potermi trovare a tu per tu con una di quelle donne pronte a gesti quantomeno bizzarri per una gonnellina, beh, care, preferisco il mio divano
Ho più scelta, mi diverto nella ricerca, trovo offerte incredibili.

… questa volta vendo anch'io!

L’e-commerce online è un vero, ambizioso, grandissimo trend in crescita. Basterà guardarvi attorno per vedere come, oltre a quelle che vi ho già citato, app e piattaforme di scambio e vendita di prodotti online siano già tantissime, e molte nate a misura delle abitudini ed esigenze di consumo delle persone.
La moda hipster del momento ha portato poi alla ribalta un nuovo “mood”: second hand è bello! Un invito a svuotare gli armadi di nonne, mamme e zie, oltre che i propri e a monetizzare sull’entusiasmo verso qualsiasi oggetto dalla parvenza, reale o posticcia, vintage. Un’occasione troppo ghiotta per me di disfarmi dei feriti in battaglia (vestiti e accessori che non metto più) per non prenderla al volo. E così dopo un breve scambio di feedback e dopo aver letto questo post, ho trovato Depop!
Depop è un’applicazione molto simile a Instagram, solo che le foto che carichi o che vedi nella home rappresentano gli oggetti che vuoi vendere.
Puoi decidere se essere un venditore o semplicemente un compratore, quindi creare un profilo senza immagini, ma per seguire gli aggiornamenti di chi vende. Se sei un venditore puoi accettare il pagamento istantaneo collegando una carta PayPal, dove ti verrà addebitato l’importo degli oggetti venduti. Starà a te accordarti con il compratore con i messaggi privati per le modalità di spedizione. Oltre alla vendita, gli oggetti su Depop possono anche essere scambiati, ed esiste un fantastico gruppo su Facebook dove la community italiana degli utenti si incontra per scambiarsi consigli, feedback e segnalare eventuali comportamenti fuori netiquette (come la vendita di oggetti contraffatti e la non correttezza nelle transazioni). Un meccanismo di ranking dato dagli stessi utenti (votazioni con stelline e recensioni) permettono di giudicare l’affidabilità del venditore.
Super convinta anche dal fatto che Depop nasce come startup in Italia tra i progetti di HFarm, ho subito creato il mio profilo e avviato timidamente la mia carriera di Depop seller” (leggi “cercato di fare delle foto decenti alle mie scarpe tacco 12 che scoraggerebbero le più impavide”, a meno che tu non sia Veronica Benini -avete letto il suo libro, vero?). Al momento nessuna vendita, ma i follower continuano a crescere e, diciamoci la verità, mi sto divertendo un sacco!

Epilogo del post di inizio anno

Ecco quindi che concludo questo lunghissimo post di inizio anno con una domanda per te.
Si, proprio tu.
Quella che ti ci sei ritrovata proprio nella descrizione, per niente romanzata, della shop-aholic riempitrice compulsiva di armadi.
Cederai anche tu allo shopping online o rimarrai l’acquirente offline fedele che farà la felicità di tutte le commesse d’Italia? Aspetto il tuo feedback, o magari il tuo nome utente su Depop (il mio è @Futurap).
Comunque vada, buoni acquisti!

Futurap