Potluck: il social per chi soffre di ansia da prestazione
Ansia da Like, da commento o da RT? Ecco che arriva Potluck, un nuovo social network in cui ciò che conta è il contenuto (e non il risultato)
I social network creano ansia da prestazione? Secondo uno studio scozzese dell’anno scorso, più del 15% degli intervistati si diceva stressato dalla gestione del proprio profilo Facebook. Attenzione, qui non parliamo di pagine aziendali e dunque di prestazioni professionali, ma di tutti quei contenuti che, per piacere, ogni giorno gli utenti di Fb postano per interagire con i propri amici, o per comunicare un messaggio. Secondo la ricerca, più amici si hanno, più sale l’ansia di “soddisfarli” con contenuti interessanti, risposte a notifiche in tempo reale, addirittura senso di colpa per le amicizie rifiutate. Questa sensazione, però, non è comune a tutti: questo perché c’è un abisso tra l’essere dei social fissati e l’essere social-indifferenti. Secondo un altro studio, in netta contrapposizione con quello scozzese, la maggior parte degli utenti presenti sui social network non hanno dimestichezza con il mondo del web: ci sono perché devono e “perché ci sono tutti”, ma hanno difficoltà ad esporsi interagendo con amici ed eventuali lettori. La soluzione a questa timidezza? Si chiama Potluck, nuovo social network creato da Ev Williams, co-fondatore di Twitter. Vediamo insieme di cosa si tratta!
Potluck: il social network per chi non ama esporsi sul web
Ok, la logica del web e dei social in particolare è quella di commentare, raccontare ed eventualmente anche essere criticati se quanto affermato non è apprezzato. In alcuni casi – che, a quanto pare, sono la maggior parte – sui social si viene semplicemente ignorati. In molti vivono questa “solitudine”, che possiamo tradurre in soldoni come un vero e proprio giudizio da parte degli utenti (“Ciò che pubblichi non è interessante”) e come un problema, allora la soluzione è trasformare i social network in spazi dove è il contenuto a farla da padrone. Con Potluck il lurker, ovvero quell’utente che non agisce, ma guarda soltanto ciò che fanno gli altri utenti, viene chiamato direttamente in causa. Come? Con un’interfaccia che non mostra direttamente chi ha visto il contenuto postato, né che tipo di reazione ha provocato, ma innanzitutto il contenuto (un video, una foto, un link, un semplice post). In pratica, chi è abituato a guardare soltanto senza mai esporsi, con Potluck è incentivato a dire la sua, perché sa che la prima cosa che gli altri utenti vedranno non è chi ha postato, ma cosa ha postato. La soluzione alla timidezza social?
Dal contenuto all’utente: Potluck inverte i flussi di comunicazione
Una volta che avrete individuato il contenuto che vi piace di più – ricordo, senza sapere quale degli amici lo ha postato – ecco che potrete cliccarci sopra per scoprire di più e accedere al profilo (room) dell’utente, oppure seguire il feed sulla barra destra in cui vengono aggiornati gli ultimi contenuti. Il resto rimane uguale: notifiche, richieste d’amicizia, strumenti d’interazione.
In pratica, con Potluck si aggira il problema del giudizio che gli utenti dei social network potrebbero palesare nei confronti di un contenuto che ho postato. Ma non è proprio questa la logica del social network, quella di postare opinioni e lasciare che gli altri possano commentare con altre idee o suggerimenti?
Staremo a vedere: intanto, se vi sentite in target con Potluck potete andare qui e iscrivervi.