Se fai queste 6 cose su WhatsApp rischi di finire in carcere
Attenzione, ci sono 6 cose che non dovresti fare su WhatsApp altrimenti rischi di andare in carcere
Non dovresti mai fare 6 cose su WhatsApp perché sono pericolose e si rischia il carcere. Secondo la dottoressa Fabiola Silvestri, Dirigente del Compartimento della Polizia Postale e Comunicazioni di Piemonte e Valle, sono comportamenti illegali e molto frequenti.
Il sito Fanpage ha intervistato la dottoressa Silvestri ed ha analizzato 6 dei casi più pericolosi, illegali e frequenti che potrebbero accadere da un uso improprio dell’applicazione.
WhatsApp è l’app più scaricata al mondo, viene utilizzata da migliaia di persone ed è un nuovo modo di comunicare. Viene definito come un bene di primaria importanza da tanti utenti.
Ma andiamo a vedere le 6 cose più pericolose che non dovrebbe fare chi utilizza WhatsApp.
Nonostante si pensi che la crittografia end-to-end sia un sistema studiato per mantenere la privacy tra due smartphone e rendere i dati condivisi indecifrabili a “terzi“, anche WhatsApp ha delle regole precise.
La Dirigente del Compartimento della Polizia Postale e Comunicazioni di Piemonte e Valle d’Aosta, ci ha rivelato quali sono le cose più pericolose.
Quali responsabilità hanno gli amministratori dei gruppi WhatsApp
Chi crea un gruppo e i tutti i membri potrebbero incorrere in vari reati come la diffamazione e le minacce.
“Le tecniche forensi che negli anni sono state sviluppate consentono di ricostruire in modo analitico lo storico delle attività di ogni singolo utente definendo di conseguenza i singoli profili di responsabilità“.
Qualora si fosse stati aggiunti involontariamente in una chat di tale tenore, continua la Dr.ssa, “Il consiglio è di segnalare immediatamente l’evento alle autorità“.
Clip per soli adulti
Non solo clip per soli adulti, ma anche vendette, cyberbullismo e ricatti sono un reato.
“La normativa di riferimento è l’art. 600 quater c.p che contempla l’arresto facoltativo per il caso di detenzione di ingente quantitativo di materiale pedo-po**ografico, implicante ossia la presenza di minori coinvolti in atti sess**li“.
La diffusione di immagini e video di nudo di persone non consenzienti è punibile come diffamazione o come reati ben più gravi.
Molestie su WhatsApp
Qualsiasi tipo di molestia, compresa quella virtuale, può essere denunciata alla Polizia Postale.
“Il responsabile va incontro ad una pena dell’arresto fino a 6 mesi o dell’ammenda fino a 516 €. In casi più gravi ove la condotta acquista i caratteri della serialità potrebbe essere integrato il reato di atti persecutori di cui all’art. 612 bis c.p.“.
Account a nome di un’altra persona
Questo è uno dei fenomeni più diffusi. Creare account fake a nome di terzi è reato.
“Il reato in questo caso è la sostituzione di persona, previsto dall’art. 414 c.p.“.
Condivisione di messaggi di odio contro religioni o gruppi etnici
Viene chiamato “hate speech“, indica un linguaggio discriminatorio, razzista e persino antisemita a volte.
“La propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa previsto dall’art. 604 bis c.p. introdotto di recente dal legislatore“.
Condivisione di fake news
Questo comportamento è punibile come reato di diffamazione e incidere anche sulla sicurezza pubblica. Si può incappare in reati come procurato allarme.