Ayers Rock-Uluru: campeggio all'avventura nel deserto australiano
Tramonti mozzafiato, una notte stellata, un falò e veri amici. Un'esperienza da non dimenticare!
Articolo scritto da Sofia del blog thetrolleyfuxia
Se si sta visitando la terra dei canguri, una visita all’outback australiano e al suo famoso Uluru (meglio noto come Ayers Rock) è d’obbligo.
Se vi avventurate a farlo con un campeggio sotto le stelle nel deserto, ancora meglio: un campeggio che vi porterà ad ammirare uno dei simboli dell’Australia che abbiamo nel nostro immaginario fin da bambini, quando guardavamo Bianca e Bernie incantati davanti a quelle grandi rocce rosse in mezzo al nulla.
Io e Laura, nel nostro viaggio post-lauream, avevamo quindi dedicato 4 notti giorni per goderci appieno quest’esperienza, e si sono dimostrati essere adeguati.
L’organizzazione è stata la seguente: arrivo e partenza ad Alice Springs con la compagnia aerea di bandiera Qantas, che ci ha fatto atterrare in un oasi di clima caldo-primaverile (fin troppo caldo, se si viaggia durante i nostri mesi invernali) nello stato del Northern Territory.
Il primo giorno l’abbiamo passato in un ostello lí, per poi partire il mattino dopo prestissimo con un pulmino carico di una ventina di avventurieri che per tre giorni e due notti avrebbero esplorato le bellezze dell’ Uluru-Kata Tjüta National Park, dormendo in sacchi a pelo in mezzo al deserto, senza tenda.
E per finire, ultima serata di nuovo ad Alice Springs per festeggiare con i compagni di quel tour stupendo e ricordare i bei momenti passati insieme.
Ma andiamo alla parte più importante: Come si è svolto il tour?
Il viaggio e il campeggio sono stati organizzati da un’agenzia, The Rock Tour, con la quale avevamo prenotato il giro qualche settimana prima di partire, attraverso il loro sito web.
Il prezzo era intorno ai 350 dollari australiani, il che potrebbe sembrare tanto ma in Australia il costo della vita è abbastanza alto, e poi se si considera che sono inclusi tutti i pasti, le escursioni e ovviamente i pernottamenti, penso sia un buon prezzo.
In ogni caso è il migliore tra tutte le agenzie che proponevano quel servizio.
Durante la prima giornata, dove le ore di tragitto in pullman si fanno sentire (ma comunque in allegra compagnia, visto che la guida farà integrare tutti e intrattenerli), si fa la prima passeggiata: tre orette di cammino lungo il King’s Canyon, un canyon di terra rossa che con i suoi colori e le sue fessure è veramente particolare. Prima di partire, vi consiglio di portare con voi almeno due-tre litri d’acqua perchè qui il caldo non scherza!
Dopo una fermata a raccogliere legna per accendere il falò dove si cucina la cena, la notte la si passa in mezzo al nulla assoluto, tra falò e risate, distesi sotto un manto di stelle (brillantissime, visto che non c’è alcuna luce accesa nei dintorni e il cielo è quasi sempre specchiato).
Loro ci hanno fornito dei grandi sacchi a pelo, ma la notte nel deserto è veramente fredda e avere un’altro sacco a pelo da mettere dentro al loro è fortemente consigliato.
Il bagno? Beh, dietro a un cespuglio (solo per la prima notte però: il secondo giorno si va in un’area più attrezzata).
I due giorni successivi si spendono passeggiando per le due famosissime rocce Uluru (Ayers Rock) e Kata-Tjüta, con tramonti e albe indescrivibili che fanno ammirare queste due rocce sacre in tutte le notalità di rosso. In quest’occasione si impara moltissimo sulla storia e cultura degli aborigeni che controllano la zona, e sull’origine di queste antichissime conformazioni rocciose.
Ad esempio, una delle cose che mi sono rimaste impresse è che l’Uluru in realtà è solamente una ventesima parte di una roccia gigante che è quasi interamente nascosta sotto terra, nata migliaia di anni fa.
Insomma, un viaggio unico che personalmente mi ha portato a conoscere luoghi e persone meravigliose, un po’ estremo sí, ma che vi consiglio vivamente se siete anche voi delle anime avventurose!