Compagni di viaggio da evitare: 5 identikit per riconoscerli
Ansioso, distratto, campanilista, maratoneta o statico: come riconoscere il compagno di viaggio con cui è meglio non partire
Quante simpatie, amicizie, amori finiscono malamente in viaggio? Quante volte, al ritorno a casa da una vacanza, hai cancellato il numero di telefono dei tuoi compagni di avventura dalla tua rubrica, hai strappato tutte le foto in cui apparivano, hai cambiato email per non farti mai più rintracciare?
Viaggiare insieme è cosa delicata. Bisogna scegliere i propri compagni di viaggio con cura ed attenzione, perché il rischio di collisione è altissimo. Ecco 5 identikit di compagni di viaggio che è meglio evitare, a meno che tu non ti riconosca in qualcuno di essi – in questo caso, puoi scegliere il profilo più affine al tuo.
L’ansioso
Il viaggiatore ansioso di solito non è esattamente un frequent-flyer: al contrario, è una persona che fatica ad allontanarsi da casa e che quando lo fa, per mancanza d’abitudine o per carattere, viene assalita da paranoie di ogni tipo.
Come lo riconosci: nel mese precedente al viaggio ti chiama 4 volte al giorno per sapere se secondo te deve fare il vaccino antimalaria anche se andate in Alaska, vuole arrivare all’aeroporto con 8 ore di anticipo, fa una valigia di 8 metri cubi ma è ugualmente preoccupato di non avere tutto ciò che gli serve, controlla e ricontrolla spasmodicamente orari, biglietti, documenti, frequenza del battito cardiaco…
Il distratto
È l’opposto dell’ansioso: ha la testa tra le nuvole, tende a perdere i suoi effetti personali, non ricorda orari e nomi. La metà delle volte non parte o perché è in ritardo o perché si presenta al check in senza documenti.
Come lo riconosci: nel mese precedente al viaggio continua a dimenticarsi di restituirti i soldi del biglietto aereo che hai comprato tu per entrambi, la sua valigia è nei limiti di peso consentiti per il bagaglio a mano perché ha lasciato sul letto metà delle cose che aveva preparato, alla sicurezza in aeroporto dimentica di riprendere dal contenitore di plastica la cinta, l’orologio, il portafogli e una scarpa, al gate ti chiede grattandosi la testa: “Ma dove hai detto che stiamo andando?”
Il campanilista
Viaggia solo per riconfermare le sue convinzioni: non c’è paese più bello dell’Italia e non c’è cibo più buono di quello che prepara mammà. Niente di ciò che vede regge il confronto col nostro bel paese, tutto ciò che mangia gli procura una smorfia di schifo e disgusto.
Come lo riconosci: ti fa camminare 2 ore nel centro di Bangkok per trovare un ristorante italiano perché è in astinenza da spaghetto, guarda il Taj Mahal e dice “Vabbè, vuoi mettere con San Pietro?”, a Tokyo chiede informazioni ad un passante parlando italiano mooooolto lentamente e conclude che il malcapitato è sordo perché non gli risponde.
Il maratoneta
Ha una lista di 108 piazze, monumenti e musei da vedere in 48 ore e non tornerà a casa se non avrà messo un segno di spunta su tutti. Le liste e i segni di spunta sono tutta la sua vita.
Come lo riconosci: mette la sveglia alle 5:30, ha la sua check list in una mano e la macchina fotografica nell’altra, il suo motto è go-click-check! Non si ricorda niente di quello che vede, ma quando torna può sempre riguardare le foto.
Lo statico
Per lui, il viaggio è vacanza e la vacanza è relax. Di solito preferisce località di mare e il suo intento dichiarato è quello di dormire di notte e riposarsi di giorno.
Come lo riconosci: la prima informazione che cerca su un hotel è se ha l’ascensore, predilige la posizione orizzontale, ordina cibo che non richiede un’eccessiva masticazione e quando gli chiedi se gli va di fare due passi per andare a prendere qualcosa da bere al chiosco fa spallucce e dice “Mah, io sto bene anche così, tu no?”. Rispondi “Ok” mentre ti massaggi le piaghe da decubito sotto al sedere.
A te: qual è la tipologia di viaggiatore con cui non potresti mai partire?