Estate in montagna: l'adrenalina del rafting in Val di Fiemme!
In Trentino con l'Activity Blog Trip, ho provato le emozioni e il divertimento del rafting nell'Avisio in Val di Fiemme
Prima di partecipare all’Activity&Wellness Blog Trip in Trentino, non avevo mai provato il rafting in vita mia. Adesso vorrei farlo una volta a settimana, se fosse possibile.
Il rafting è divertimento allo stato puro, ma non solo. Ti regala una prospettiva inusuale sul pasaggio intorno, ti fa sentire lo spirito di squadra, ti dà un elettrizzante brivido nella schiena quando davanti a te vedi la schiuma delle rapide o i salti delle cascate.
Ecco com’è andato il mio battesimo a questo bellissimo sport, avvenuto in Val di Fiemme, nel fiume Avisio.
Con tutta la “ciurma” di #vitanova12, arriviamo di buon mattino al centro Avisio Rafting, ai piedi della cabinovia del Cermis, a Cavalese. Ci viene fornito tutto l’occorrente da indossare: muta, key-way (o, come dicono in Trentino, “ventina”), scarpette di gomma, giubbotto galleggiante e caschetto. Ah, dimenticavo: la pagaia!!
Arriviamo alla riva del fiume, pronti per saltare in canotto…così come siamo, tutti belli asciutti. E invece no! La prima cosa da fare, ci dicono gli istruttori, è entrare in acqua, immergersi completamente per praticare la posizione di sicurezza, quella da assumere in caso di caduta durante la discesa.
Nel caso non abbiate mai provato il rafting, vi dico subito tre cose, così che se deciderete di provare sarete preparati:
– la muta non è impermeabile
– l’acqua di un fiume di montagna è veramente fredda
– la muta trattiene una discreta quantità d’acqua che vi resta addosso quando uscite
Ma tutto questo fa parte del divertimento, e concorre a farvi sentire un po’ Rambo (e un po’ trota in guazzetto, ma concentriamoci su Rambo)
Scendiamo in acqua uno alla volta e proviamo la posizione di sicurezza, supini, piedi a valle e testa a monte.
Adesso siamo davvero pronti per affrontare il fiume, dopo una breve spiegazione dell’istruttore su come impugnare la pagaia, come stare seduti sul bordo del gommone e come pagaiare.
Ci dividiamo in tre gommoni, le mie compagne d’avventura sono Margherita, Serena e Arianna.
Scatta immediatamente la competizione tra i tre gruppi, e qualche volta lo spirito sportivo ci abbandona per lasciare spazio ad una guerra senza quartiere: le pagaie si trasformano in armi improprie per schizzare acqua alle imbarcazioni nemiche. Gli istruttori scuotono il capo, urlano: “Pagaiate! Destra avanti, sinistra indietro, go go go!”
Affrontiamo impavidi (ok, qualche urletto mi è scappato) le rapide, saltiamo come quaglie sulle cascate…e qualche volta finiamo in secca in bilico su uno scoglio e non riusciamo più a muoverci.
Nei tratti in cui il fiume è più dolce, abbiamo il tempo di alzare gli occhi ed ammirare il meraviglioso paesaggio del Cermis, da questa prospettiva inusuale: dal letto del fiume, le montagne ti sovrastano, il verde della vegetazione ti avvolge, non vedi niente che non sia pura, bellissima natura.
Il nostro rafting dura quasi tre ore, ma quando l’istruttore ci guida per riguadagnare la riva ci sentiamo un po’ come alla fine di una corsa sulle montagne russe, ancora elettrizzati e con la voglia di fare un altro giro.
Ripeterò l’esperienza del rafting alla prima occasione, chi viene con me?
Photo courtesy of mariusmele