Intervista a Francesca di Pietro di Viaggiaredasoli
Una chiacchierata con Francesca, psicologa e travel coach
Francesca, viaggiatrice solitaria con all’attivo 46 paesi visitati, psicologa e travel coach (la cosa che devo ammettere più mi incuriosisce di te), sul tuo sito Viaggiare da Soli parli di psicologia turistica, una branca della psicologia forse non da tutti conosciuta; spiegaci un po’ meglio di cosa si tratta.
La psicologia turistica è una branca che studia i viaggiatori, le loro motivazioni, aspettative, la soddisfazione del viaggio scelto, si integra molto con il marketing ma ha un focus più centrato sulla persona. Insomma, uno sguardo meno economico ma più sociale.
Che cosa ti ha spinto a specializzarti in questo settore della psicologia? E quanto questa è diffusa in Italia?
È poco diffusa perché si limita ad un ambito accademico, chi la studia difficilmente poi lavora nel campo pratico. Io ho deciso di condurre delle ricerche in maniera autonoma, ho fatto degli studi sul territorio molto lunghi, ho intervistato 780 persone per vedere quali tratti di personalità influenzassero le scelte del viaggio e in che modo. Fondamentalmente ero spinta dalla curiosità e dalla voglia di verificare delle mie ipotesi. Ci ho messo quasi un anno a finire le mie ricerche che poi sono state pubblicate dall’università di Padova e dalla Sapienza di Roma.
Leggendo il tuo sito ho spesso incontrato le parole Travel Coaching che hanno destato in me molto interesse e curiosità. Ma chi è esattamente il travel coach e cosa fa?
E soprattutto, com’è nata l’idea, o la voglia, di strutturare questi percorsi di Travel Coaching
Il Travel coach è una persona che ti aiuta a trasformare il tuo viaggio in solitaria in un percorso di crescita, è un life coaching associato al viaggio.
L’idea mi è venuta perché io sono abituata da circa 10 anni a destrutturare i comportamenti, mi spiego: ho lavorato tantissimi anni nel campo della formazione del personale, io vengo dall’outdoor, da quelli che ti fanno fare teatro d’impresa, sailing, orienteering; così ho letto il viaggio come avrei letto un altro tipo di scenario, ma non l’ho letto in un ottica di gruppo, bensì in una individuale. Quando ho cambiato vita, scegliendo il viaggio, come dicevo prima, ho fatto una ricerca su 780 viaggiatori nel mondo, studiando la loro personalità, ho intervistato gente di tutti tipi, ho parlato con loro, ho osservato me stessa, come il viaggio cambiava me e le persone che incontravo. Con gli strumenti che avevo di psicologia e di programmazione neuro-linguistica ho strutturato un modello, il Travel coaching appunto.
So che l’anno scorso hai organizzato un workshop di 3 giorni di Travel Coaching. Cosa si fa esattamente durante i tuoi workshop? Quali tipi di argomenti vengono trattati?
Sì, esatto. La prima edizione l’ho fatta a dicembre all’hotel Eremito in Umbria, la stessa location dove lo farò a marzo. Nel workshop si percorrono insieme le tre fasi del viaggio, il pre partenza, il viaggio e il ritorno, analizziamo i vari “ostacoli”, paure, motivazioni, come formulare degli obiettivi misurabili nel proprio cammino, come monitorarli e come farne tesoro quando si ritorna a casa. Come capitalizzare l’esperienza, perché il vero valore aggiunto sta nel saper tornare, non solo nel partire. Ovviamente c’è anche un’ampia parte pratica, per così dire, ossia come gestire i soldi, come poter viaggiare con un budget ridotto, parlo dei network internazionali che uso, di come fare amicizia, di come scegliere un ostello o un ospite su couchsurfing, molte persone mi chiedono consigli sulla sicurezza in viaggio e altri consigli specifici sulle donne.
Da quanto ho potuto vedere del workshop passato, hai inserito anche alcune attività al di fuori di quelle “teoriche”.
Ti va di raccontarci una giornata tipo del tuo workshop?
Il workshop sposa la filosofia del luogo che mi ospita, l’Eremito è il primo hotel di lusso per viaggiatori solitari, in realtà è un monastero laico e il culto è l’amore per se stessi. Si inizia la giornata con lo yoga, si mangia solo cibo vegetariano a km O, si fanno lunghe passeggiate nella campagna circostante e la sera si va tutti nella SPA a rilassarsi e chiacchierare avvolti da una nuvola di vapore. La cena si trascorre in silenzio, è una cosa che non avevo mai fatto, è una sorta di meditazione condivisa, mi piace un sacco, e poi si rimane sui cuscinoni a chiacchierare fino a notte fonda. Devo ammettere che l’atmosfera che si è creata la scorsa volta è stata davvero meravigliosa !
Domanda banale, ma di rito: il tuo prossimo viaggio per quest’anno? Hai già scelto una o più destinazioni?
Sì, ma solo alcune, la prossima settimana parto per il Brasile, dove starò per un mese. Ovviamente dal 28 al 30 marzo sarò all’Eremito per il mio workshop, poi ad aprile in Uzbekistan, con un altro progetto con i miei lettori che si chiama #ViaggiaconilBlogger e poi vedremo cosa mi propone la vita.
E infine… un consiglio o un pensiero per le nostre lettrici di Bigodino? :)
Non essere sicuro di cosa ti piaccia nella vita finché non hai provato esperienze diverse. Ormai è quello che cerco di fare in ogni viaggio, provare qualcosa che non ho mai fatto!