Le catene di hotel più belle e particolari
Se pensate che le catene di hotel siano brutte, non avete mai visto queste
Articolo scritto da Mirella Marchese del blog Nomadi Stanziali.
Era il lontano inverno del 2008 e insieme a un gruppo di colleghi alloggiavo in un anonimo hotel di una nota catena internazionale in centro a Madrid. Dieci giorni di permanenza nella capitale spagnola e un copriletto nella mia stanza d’albergo che proprio mi stava antipatico, una sala colazione priva di personalità, una hall come ce ne sono troppe. “Le catene di alberghi, che noia!”, pensavo ogni sera quando me ne tornavo nella mia stanzetta.
Un giorno però, passeggiando dopo un appuntamento di lavoro, un collega tedesco mi parlò di una catena di hotel nata proprio qui a Madrid e che sembrava mettere in discussione tutti i miei pregiudizi nei confronti delle catene. Proprio lì a Chueca, il quartiere dove stavamo passeggiando, c’era uno di questi hotel e il collega m’invitò ad andarlo a vedere insieme. Fu così che scopriì i Room Mate Hotels e con loro la prima catena di hotel che mi fece dire “Che bello!”.
Oggi gli alberghi in franchising che mi piacciono sono più di uno, dislocati qua e là nel mondo, approdi sicuri e gradevoli durante i viaggio di lavoro o di piacere.
Room Mate Hotels
I Room Mate Hotels, come dicevo, sono stai la mia prima scoperta. Si tratta di piccoli alberghi di design nati dall’intuizione di tre amici alla ricerca, a Madrid, così come in altre città, di hotel che potessero soddisfare le loro esigenze. Chiedendosi in quale tipo di hotel sarebbe piaciuto loro soggiornare, i tre amici hanno capito che l’albergo ideale deve essere nel cuore delle città, con dettagli d’arredo non banali, a un prezzo ragionevole e privo di tutti quegli extra che poco vengono utilizzati dagli ospiti, ma che tanto contribuiscono ad alzare i prezzi. E così aprono il primo hotel, il Room Mate Mario, e a seguire Laura, Alicia, Oscar a Madrid e poi Emma a Barcellona, Lola a Malaga, Isabella e Luca a Firenze, Grace a New York e altri ancora. Tutti portano nomi di persona, alcuni hanno un arredo un po’ da astronave. Tutti mantengono quello che era nelle intenzioni dei loro creatori: design e posizione, no frills, low cost.
Mama Shelter
Eccoci ancora nel 2008. Questa volta però siamo a Parigi, nel XX arrondissment, in un quartiere dove i turisti solitamente non vanno e gli uomini e le donne d’affari neppure. È qui, in questo angolo parigino non convenzionale, che viene alla luce la prima creatura Mama Shelter, progettata, tra gli altri, dalla star del design irriverente Philippe Starck. Sin dall’inizio il Mama Shelter attira commenti entusiastici. Tutti ad ammirare il design alternativo e divertente, tutti a sottolineare l’aspetto democratico di un hotel che non costa troppo, ma offre molto.
Dopo Parigi la formula Mama Shelter si è diffusa in Francia a Lione, Marsiglia e Bordeaux, con una sorella Mama a Istanbul e un prossimo nascituro che dovrebbe aprire entro la fine dell’anno a Los Angeles. Le caratteristiche sono sempre le stesse con dettagli ormai ‘classici’ dello stile Mama Shelter, come le lampade con le facce dei super eroi, gli iMac nelle stanze, i graffiti, i colori. Alcuni hanno terrazze meravigliose e organizzano serate di musica, brunch con sottofondo jazz, aperitivi speciali. Insomma il divertimento che incontra il design che incontra l’ospitalità.
Ace Hotel
Seattle, USA, 1999: un edificio che ospitava una casa di recupero per detenuti si trasforma nel primo Ace Hotel. Arredo spartano-minimal, ma chic, con dettagli retrò, un clima bohemiène e una clientela composta per lo più da artisti e musicisti, attenti allo stile più che al lusso. È con questa formula che da Seattle parte quello che poi diventerà il brand di urban hotel tra i più cool degli Stati Uniti. Dopo questo primo riuscito esperimento, gli inventori di Ace Hotel apriranno a Portland, Palm Spring, New York, Londra, Panama e Los Angeles. Le potenzialità di questo progetto di hotel stanno nel recupero valorizzante dei valori estetici degli immobili i quali ridanno vita, alcuni di questi dimenticati ma evocativi. Il marchio oggi racchiude anche progetti di interior e graphic design, marketing e progettazione di eventi. Bello, interessante, originale: tutto il contrario della mia idea di catena di hotel. Ora la mi domanda è: a quando un Ace Hotel in Italia?