Cosa vedere a Siviglia in 3 giorni
Lo spirito passionale di El Andalus e il fascino tormentato del flamenco: come Siviglia può rubarti il cuore
La prima cosa che ho pensato nel primo minuto passato a Siviglia è stata “Voglio vivere qui”. Anche in dicembre, con il clima rigido dei giorni di Natale, questa città ti stringe in un abbraccio così caldo e vitale e ti incanta con una bellezza talmente sfacciata e ammaliante che ti viene voglia di giurarle amore eterno e non partirtene più.
Così come a Granada, anche a Siviglia ciò che colpisce è la mescolanza di popoli, culture, religioni e architetture che nei secoli si sono fusi insieme dando vita all’inconfondibile spirito andaluso. A Siviglia, l’emblema di tutto questo è il flamenco, danza dalle origini e dai significati misteriosi che esprime insieme euforia e tormento, passione e rabbia.
Cosa fare a Siviglia
Arrivati a Siviglia, c’è una sola cosa da fare: assaporare, con tutti i sensi. Il ricordo del piacere è il migliore souvenir che si possa portare via da questa città. Noi (viaggiavo in coppia) siamo arrivati nel pomeriggio e abbiamo iniziato perdendoci nei vicoli del Barrio Santa Cruz, il vecchio quartiere ebraico (juderia). Nelle orecchie mi risuonava la Carmen di Bizet, che in uno di questi vicoli fuggiva dai soldati. Alle spalle di Plaza Santa Cruz ci sono i Jardines De Murillo, dove noi siamo arrivati per caso e dove non c’era nessuno tranne un uomo con la chitarra che suonava al tramonto. Estasi. Al Barrio Santa Cruz vale la pena fermarsi per cena, in Plaza Dona Elvira ci sono ristoranti incantevoli ma noi abbiamo preferito andare nella più vivace Calle Mateos Gago a fare il giro dei bar e cenare a birra e tapas.
Il giorno dopo ci siamo fatti praticamente tutta la città a piedi, cominciando dalle vie di El Centro ed arrivando fino al Metropol
Parasol. Ero curiosa di vederlo, questo fungo tanto criticato, e adesso che l’ho visto posso essere anch’io annoverata tra le fila dei
suoi detrattori. Originale? Audace? Credo che l’aggettivo appropriato sia brutto, ma naturalmente de gustibus non est disputandum.
Per rifarci gli occhi siamo andati all’Alcazar. L’Alcazar di Siviglia non è universalmente famoso quanto lo è l’Alhambra di Granada,
eppure dovrebbe. Il Palacio de Don Pedro è una meraviglia di architettura mudéjar, tutto ciò che lo circonda sono strati di secoli di storia, dalla taifa ai re cattolici.
Dopo aver percorso a piedi la città in lungo e in largo, siamo tornati nel Barrio Santa Cruz per attuare il nostro piano perfetto in tre mosse: i Bagni Arabi – Tapas – Spettacolo di flamenco. I Bagni Arabi di Siviglia non hanno niente a che vedere con una SPA, hanno tutta l’autenticità di quelli del Marocco. L’ingresso semplice dà accesso alle piscine (tre, fredda, tiepida e calda), al bagno turco, all’idromassaggio e all’area relax dove è possibile stendersi e sorseggiare tè alla menta. Noi ci abbiamo aggiunto anche un massaggio, perché siamo due edonisti spendaccioni. I Bagni Arabi si trovano in Calle Aire, è necessaria la prenotazione e le sessioni durano 2 ore.
Usciti dai Bagni Arabi eravamo nel cuore di Santa Cruz, è bastato fare due passi per trovare dove rifocillarci con un paio di piattini di tapas e due birre per poi dirigerci al Museo del Baile Flamenco, dove abbiamo visto una performance meravigliosa. Le ballerine di flamenco sono famose per la loro bellezza e sensualità ma qui, mi dispiace, il vero spettacolo era Oscar, non Maria: alto, capelli ricci corvini e sguardo killer. Anche al Museo del Flamenco è necessaria la prenotazione, i posti a sedere non sono molti e gli spettacoli vanno sempre sold out.
Per finire in bellezza i nostri 3 giorni a Siviglia, la mattina dopo, con un bel sole, siamo andati a visitare la Cattedrale e siamo saliti sulla Giralda, la torre campanaria. La vista era splendida e ci ha ripagato dei 50 minuti di fila che abbiamo fatto, a chi andrà dopo di me consiglio di consultare gli orari e trovarsi ai cancelli un po’ prima dell’apertura.
Dove dormire a Siviglia
A Siviglia noi abbiamo dormito nel quartiere di El Centro (non segnalo il nostro hotel perché non era davvero niente di speciale), non lontano dalla Cattedrale, in modo da poter girare a piedi. In alternativa, si può scegliere di dormire al Barrio Santa Cruz, con il rischio però di affacciare su uno dei tanti locali di tapas che restano aperti fino a tardi.
Se andate a Siviglia – o ci siete già stati – raccontatemi cosa avete fatto, terrò buoni i consigli per la prossima volta!